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Le sfide del sistema sanitario, tra aumenti dei premi e soluzioni alternative

Se ne è parlato al Simposio organizzato da Swiss Medical Network. Cauzza: ‘Il sistema attuale ha creato dei meccanismi perversi’

La digitalizzazione resta un cantiere aperto
(Ti-Press)
11 agosto 2025
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I continui aumenti dei premi di cassa malati sono la prima preoccupazione dei cittadini svizzeri. Preoccupazione che in Ticino, dove le fatture da pagare agli assicuratori malattia sono tra le più alte in Svizzera e gli stipendi mediamente più bassi, è diventata vera e propria insofferenza. Se non peggio. Politica e attori del settore – casse malati, medici, ospedali pubblici e privati – sono quindi chiamati a trovare delle soluzioni.

Temi che sono stati al centro del 4° Simposio sulla sanità sostenibile organizzato a Locarno, all’interno della cornice offerta dal Locarno Film Festival, da Swiss Medical Network. Tra i principali temi trattati: le possibilità offerte dalla digitalizzazione e le reti di cure integrate, un nuovo sistema che proprio Swiss Medical Network vuole sviluppare anche in Ticino con l’intenzione di rendere più efficiente, anche da un profilo finanziario, il sistema sanitario.

«Sono convinto che il problema sono i premi, non i costi della salute», afferma a margine del Simposio Dino Cauzza, Ceo di Swiss Medical Network. «Sono i premi, e il loro aumento, che incidono sui budget familiari e quindi preoccupano». D’altra parte, aggiunge Cauzza, basta guardare cosa succede negli altri Stati europei. «Intorno a noi i problemi sono legati all’efficienza, alla disponibilità, non ai costi. Questo perché in Svizzera abbiamo scelto che un terzo della fattura di tutto il sistema viene pagato attraverso dei premi pro capite. Se quindi i costi aumentano il cittadino se ne accorge subito».

Per il Ceo di Swiss Medical Network è quindi arrivato il momento di chiedersi se questo sistema non vada rivisto. «La scelta di far pagare un terzo della fattura totale al cittadino era stata presa per responsabilizzarlo. Ora probabilmente si è andati troppo oltre innescando anche un meccanismo perverso, le persone pagano molto e quindi si sentono in diritto di usufruire liberamente dell’offerta».

La grande novità che vuole portare Swiss Medical Network in Ticino sono le cure integrate. Un sistema dove l’assicurato non è più solo un paziente, ma un membro di una rete che gestisce le sue cure ma pure la sua prevenzione. Aderire alla rete, che coordina i trattamenti, vuole però anche dire rinunciare a parte della propria libertà di scelta. «Siamo ancora all’inizio e solo con il tempo potremo portare dei risultati misurabili – premette Cauzza – però, sulla carta, sappiamo che se si coordina meglio la cura della salute avremo meno costi. Resta poi il tema della qualità, che però è più articolato di quello che sembra: riuscire a ridurre le cure necessarie, migliorare la forma fisica di una persona vuol dire qualità. Qualità di vita». Cure integrate, si diceva, che limitano maggiormente la libertà di scelta del paziente. «È fondamentale mantenere la facoltà, per il cittadino, di optare per il sistema che preferisce», sostiene Cauzza. «C’è chi è disposto a provare qualcosa di nuovo, limitando la libertà di scelta, e chi preferisce il sistema ‘tradizionale’ mettendo però in conto di avere probabilmente dei costi maggiori».

Di qualità ha parlato anche Felix Schneuwly, responsabile delle pubbliche relazioni di Comparis.ch. «Qualità e costi nel nostro sistema sanitario non viaggiano di pari passo. Per quanto riguarda i costi siamo sommersi da cifre e statistiche. La qualità, invece, resta ancora poco trasparente. Sarebbe auspicabile che anche la politica intervenisse, imponendo a chi fattura a carico della LAMal di rendere disponibili gli indicatori di qualità». Tornando ai costi, «tutte le riforme portate avanti negli anni si sono concentrate sui costi, senza però riuscire a contenerli», ha precisato Schneuwly. «Qualcuno dirà che senza queste riforme l’aumento sarebbe stato ancora maggiore, ma in realtà la crescita dei costi è stata la stessa degli altri Paesi europei».

Digitalizzazione che in ambito sanitario può avere diverse applicazioni, anche molto concrete e pratiche. Un esempio è stato spiegato durante il Simposio da Adrian Schmitter, Ceo dell’ospedale cantonale di Baden. «Ogni giorno il personale sanitario passa dai 20 ai 70 minuti cercando gli apparecchi da utilizzare con un paziente». In una settimana, quindi, gli operatori sanitari passano ore e ore a cercare gli strumenti. A questo si aggiunge che negli ospedali fino al 10 per cento degli apparecchi viene perso. «Sviluppando un’app, fornita ai collaboratori, possiamo tracciare le apparecchiature all’interno dell’ospedale. In questo modo non si perde tempo e il lavoro diventa più efficiente».