laR+ Ticino

‘Colonie, tra le sfide cellulari e social’

Sabato 6 settembre giornata sul presente e il futuro delle attività e delle strutture residenziali del tempo libero. Parla il presidente dell'Acev

Attività di gruppo
(Ti-Press)
20 agosto 2025
|

«Lo scopo principale della giornata è di discutere dello stato di salute delle colonie, guardando anche al loro futuro. E tra le sfide che ci attendono ce n’è una davvero impegnativa: l’avanzare delle nuove tecnologie – alludo all’uso e abuso di telefonini, social e intelligenza artificiale – che incidono e incideranno ancor più sulla voglia di collettività di bambini e adolescenti”. Direttore di Pro Juventute Svizzera italiana, Ilario Lodi è anche presidente della ticinese Acev, l’Associazione colonie estive di vacanza (una ventina gli enti affiliati). Associazione promotrice – sabato 6 settembre (dalle 9 alle 17) alla Scuola cantonale di commercio a Bellinzona – della giornata “Le attività residenziali del tempo libero per bambini e giovani. Colonie, campi e soggiorni estive di vacanza: problemi e sfide” (iscrizioni a cemea.ch/acev).

In qualità di relatori interverranno fra gli altri Luca Comerio – ricercatore in scienze della formazione e della comunicazione (con tesi ‘Le colonie di vacanza italiane nel periodo 1968–1990: una pedagogia in transizione tra spinte attivistiche ed eredità del passato’), nonché docente a contratto di Storia della pedagogia all’Università degli studi di Milano-Bicocca – e Simone Gigiaro, animatore e direttore di centri di vacanza dal 1996 presso i Cemea in Italia, specializzatosi come educatore professionale nell’ambito del lavoro con i minori e le famiglie: dal 2016 opera in Svizzera romanda dove si occupa di gestione di servizi rivolti all’infanzia e all’adolescenza in ambito pedopsichiatrico.

Ma il 6 settembre a Bellinzona si parlerà anche dei valori della residenzialità in Ticino, nelle esperienze di Atgabbes, Wwf, Centri per l’infanzia Ocst, Scuot e Cemea. In programma anche workshop animati dai partecipanti al convegno. “L’dea che sottende a questa scelta è legata alla certezza che, in molti turni di colonia, prendono forma iniziative – sia di genere organizzativo che di tipo pedagogico-educativo nella forma di attività, discussioni, approfondimenti di vario genere – che meritano di essere valorizzate, comunicate e condivise”, spiegano gli organizzatori della giornata.

Lodi, si parlava di nuove tecnologie.

Non solo a scuola, anche in colonia ragazzi e ragazze arrivano con il cellulare. Ma il problema viene risolto senza divieti. Mi spiego. In colonia i giovani dispongono in genere di una mezzora nell’arco della giornata in cui, se lo desiderano, possono utilizzare il telefonino. Dopo due o tre giorni però l’uso del cellulare diminuisce drasticamente, perché la loro mente viene assorbita da attività di gruppo che richiedono partecipazione fisica e concentrazione. Ciò a conferma del fatto che negli adolescenti la dipendenza da cellulare e social deriva spesso dalla loro incapacità di dare contenuti al tempo libero. Semmai sono i genitori che avvertono il bisogno di contattare quotidianamente il figlio o la figlia in colonia, ma quasi sempre per sapere come stanno, senza quindi che vi sia un’urgenza o un motivo plausibile.

Il tasso di iscrizioni oggi alle colonie?

Rispetto a un passato neanche troppo lontano, la partecipazione si è ridotta. Del resto oggi i giovani si sentono dire costantemente che devono essere performanti, competitivi e aggiornati sulle nuove tecnologie. Tutto questo ha sollecitato in loro un certo individualismo e li ha spinti a isolarsi. Quelli che un tempo erano compagni di viaggio oggi sono dei rivali. Ma una democrazia non può basarsi solo sulla competitività, deve basarsi anche sulla capacità di trovare soluzioni comuni. Le colonie sono, per due intense settimane, una scuola di democrazia e di esercizio alla cittadinanza. Vengono condivisi pranzi, cene e soprattutto attività educative e ricreative. Si valorizza il ruolo di ogni partecipante nella collettività di una colonia.

La Legge sulla promozione delle attività dell'infanzia e della gioventù, approvata in giugno dal Gran Consiglio, permetterà di rilanciare le colonie?

È proprio uno degli obiettivi di questa normativa proposta da due dipartimenti governativi: il Dipartimento sanità e socialità e il Dipartimento educazione cultura e sport. Una legge che io definisco ottima. Sono convinto che darà un impulso notevole alle attività giovanili in generale. È una legge di grande respiro, che ha portato il parlamento, al netto di un’astensione, ad approvarla all’unanimità. Ne parleremo pure durante la giornata del 6 settembre. Così come rifletteremo sul rapporto tra scuola e colonie. Nel seminario di Bellinzona sarà importante individuare possibili soluzioni ai problemi e alle sfide future per le colonie, tenendo presente che oggi esiste uno strumento straordinario: la legge varata in giugno dal Gran Consiglio.