Licenziata la proposta di acquisizione della società nata nel 1987. Costo dell’operazione: 9,4 milioni, su cui si dovrà esprimere il Gran Consiglio
È per rafforzare la politica cantonale dell’alloggio e sostenere l’offerta di abitazioni a pigione moderata che il Consiglio di Stato propone l’acquisizione di Alloggi Ticino Sa (Atisa). Della società, nata nel 1987 per promuovere l’edilizia residenziale economica e contrastare la speculazione immobiliare, il Cantone detiene il 38% delle azioni ed è quindi già azionista di maggioranza relativa. Costo dell’operazione? Il credito di investimento proposto, su cui dovrà pronunciarsi il Gran Consiglio, ammonta a 9,4 milioni di franchi.
“La politica cantonale dell’alloggio, tema ricorrente nel dibattito pubblico – si legge nel messaggio licenziato dal governo durante la seduta di ieri –, in Ticino trova i suoi fondamenti nella Legge sull’abitazione del 1985”. I relativi interventi, prosegue il documento, “sono in particolare realizzati nell’ambito del Piano cantonale sull’alloggio, il cui obiettivo, oltre alla promozione di un’adeguata attività di informazione, consiste nel coordinare gli interventi pubblici nel settore dell’alloggio sussidiato e dell’accesso alla proprietà”. E questo avviene attraverso differenti modalità di partecipazione e rappresentanza all’interno di società attive sul mercato immobiliare. Tra queste, la partecipazione in Atisa, il cui azionariato è attualmente composto da partner istituzionali e privati. Il Cantone mira dunque a rilevare le quote azionarie detenute da Logis Suisse Ag (23%) e dalla Confederazione (36%), come pure quelle minoritarie di BancaStato e Banca Cler. Acquisendo così l’intera società.
Venendo alla proposta del governo, la prima offerta – formalizzata da Logis Suisse nel luglio 2023 – è scaturita principalmente dalla mancata distribuzione dei dividendi, a più riprese richiesta dalla società zurighese. Inizialmente, rievoca il messaggio, “Logis Suisse auspicava di mantenere un equilibrio nell’azionariato di Atisa, privilegiando la vendita delle proprie quote a entrambi i partner istituzionali, Cantone e Confederazione”. Confederazione che però aveva tuttavia già chiarito di non essere interessata ad aumentare la propria partecipazione. Tant’è che, “di fronte al cambiamento prospettato nella struttura azionaria di Atisa, ha quindi colto l’occasione per offrire al Canton Ticino anche la propria quota, formalizzando l’offerta a febbraio 2025”.
Nel dettaglio, dal 1987 a oggi il capitale sociale di Atisa è passato da 2 a 15,2 milioni di franchi. Non solo. A registrare una costante crescita è anche il parco immobiliare della società, attraverso regolari acquisizioni: oggi Atisa è proprietaria di 38 immobili, per un totale di 1’256 appartamenti e una quarantina di spazi commerciali.
Come detto, l’acquisizione della totalità del capitale sociale di Atisa, “oltre a essere un’opportunità interessante da un punto di vista economico-finanziario, doterebbe l’ente pubblico di uno strumento diretto ed esclusivo per orientare la propria politica dell’alloggio”. In tal senso, “il Cantone potrebbe così farsi promotore di strategie di intervento orientate agli obiettivi fissati nel Piano cantonale dell’alloggio”. Tra questi: l’ampliamento del parco di alloggi a pigione sostenibile, il rinnovo delle abitazioni esistenti senza aumentare eccessivamente gli affitti e l’insediamento di nuovi alloggi in aree strategiche ben collegate alla rete di trasporto pubblico. “Tali misure – sottolinea il Consiglio di Stato – consentirebbero al contempo di supportare le persone più vulnerabili dal punto di vista socioeconomico, come famiglie monoparentali, anziani, beneficiari di prestazioni sociali e persone provenienti dal settore dell’asilo che hanno completato la prima fase di integrazione presso un centro collettivo”. Non da ultimo, a pari passo con il perseguimento di obiettivi sociali, “il Cantone potrebbe accrescere il proprio coinvolgimento nell’implementazione delle strategie orientate alla sostenibilità ambientale”.
Non solo opportunità, ma anche rischi. “A tale scopo – viene precisato – nel 2024 è stata commissionata una Due Diligence (l’esame di un'impresa prima della valutazione e del rilevamento da parte del successore, ndr) a Wüest Partner Sa, che ha consentito di esaminare in particolare i rischi finanziari e operativi, spesso strettamente correlati a quelli di carattere politico e reputazionale”.
Rispetto ai rischi finanziari e politici legati alla pianificazione degli investimenti, “gli approfondimenti effettuati hanno evidenziato alcuni rischi operativi e finanziari legati alla manutenzione straordinaria”, in particolare relativamente all’involucro o degli edifici – compreso l’efficientamento energetico – e gli impianti tecnici. Al netto di ciò, rileva il governo, “a oggi, senza ulteriori acquisizioni, tali interventi possono essere finanziati con la liquidità generata dagli immobili, senza ricorrere a ulteriori crediti”. A ciò si aggiunge il fatto che, “in qualità di possibile futuro proprietario unico, il Cantone potrà – anzi, sarà tenuto a – investire nella realizzazione degli obiettivi della politica energetica cantonale, federale e internazionale e più in generale nella promozione della sostenibilità ambientale”. Il che, rende attenti il governo, “implica un rischio politico e strategico, poiché richiede decisioni chiare sugli investimenti necessari e sulla loro sostenibilità economica”. Ragione per cui “sarà fondamentale definire le misure adeguate e stabilire precise modalità di monitoraggio”.
Altri rischi finanziari hanno a che fare con un’eventuale crescita dei tassi ipotecari che aumenterebbe il costo del debito e ridurrebbe la capacità di investimento.