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‘La nostra iniziativa aiuta il ceto medio, lo dicono i numeri’

La Lega difende la sua proposta e punzecchia Centro e Plr: ‘Le loro battaglie su sgravi e imposte costavano uguale, eppure le abbiamo sostenute...’

Si vota il 28 settembre
(Ti-Press)
2 settembre 2025
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L’immagine parla da sé: un galletto ticinese – con tanto di cresta rossoblù – e la mano di un funzionario del Cantone che toglie al povero pennuto l’ultima piuma rimasta. C’è poi lo slogan: “Basta spennare il cittadino”. Dietro a immagini e frasi ad effetto un principio «semplice semplice». Ovvero: «Nessuno deve pagare le imposte su denaro che non ha in tasca. E i premi di cassa malati – afferma il coordinatore della Lega Daniele Piccaluga presentando la campagna in vista del 28 settembre – sono soldi che il cittadino non ha a disposizione». Chiara quindi la proposta dell’iniziativa leghista: premi di cassa malati deducibili integralmente. Come? Alzando (e di parecchio) le attuali soglie di deducibilità. Da 5’500 a 9mila per le persone sole, da 10’900 a 18mila per le famiglie. «Il contesto – sottolinea il vicecoordinatore Alessandro Mazzoleni – parla di un aumento dei premi del 30 per cento in cinque anni. Ci sembra quindi logico che, a fronte di questo doloroso aumento, vengano alzate anche le soglie di deducibilità. Soglie che – puntualizza Mazzoleni – sono state modificate l’ultima volta vent’anni fa. Anche allora si andò a correggere la situazione per seguire l’aumento dei premi». Sgravi che favoriscono i ricchi? Nemmeno per idea. «Il settanta per cento del costo di questa iniziativa, e sottolineo il settanta per cento, andrà a favore di redditi inferiori ai centomila franchi – aggiunge Piccaluga –. È una proposta che aiuta le famiglie e il ceto medio». Riprende Mazzoleni: «Questa deduzione si aggiunge a quelle già previste. È un aiuto ulteriore che si tradurrà mediamente in un risparmio compreso tra i 150 e i 1000 franchi».

Sempre a proposito di costi. Per gli iniziativisti l’impatto sarà inferiore alle cifre circolate in questi mesi. In Gestione si è parlato di circa 100 milioni di franchi (55 a carico del Cantone, i restanti sulle spalle dei Comuni). «Il costo per il Cantone dovrebbe essere di 46 milioni, ovvero l’uno per cento del budget cantonale. Una cifra decisamente sostenibile». Il testo dell’iniziativa propone inoltre un’entrata in vigore flessibile «per permettere al Consiglio di Stato di minimizzare l’impatto della modifica sull’attività dello Stato». Per i Comuni, invece, l’impatto secondo la Lega (che si basa su calcoli del Dfe) dovrebbe essere di circa 32 milioni di franchi.

Bignasca: ‘Il governo non faccia un minestrone’

Apre il taccuino ed elenca una serie di «postille» il capogruppo in Gran Consiglio Boris Bignasca. Postille, ma sarebbe meglio dire stilettate e tirate d’orecchi a governo e altre forze politiche. «Giovedì il governo prenderà posizione sulle due iniziative cantonali in votazione e su quella federale per l’abolizione del valore locativo. Mi auguro che lo faccia con onestà». Ovvero, «senza fare un minestrone delle tre proposte, che sono ben diverse tra loro. Parlare solo delle spese e fare propaganda non farebbe altro che confondere i cittadini. Non sarebbe corretto». Finito con il governo, si passa alle altre forze politiche: «La sinistra è ovviamente contro le deduzioni fiscali. Non c’è da sorprendersi, fa parte della loro ideologia. Mi ha invece deluso l’atteggiamento di Centro e Plr: in un recente passato abbiamo portato avanti battaglie per sgravare i cittadini, mi riferisco all’imposta di circolazione e alla riforma fiscale, che avevano importi simili. Ora invece si lamentano dei costi…». Sfrutta l’assist Piccaluga: «I liberali avevano un controprogetto davvero molto simile alla nostra proposta: raggiungere gli stessi importi in un periodo di tempo più lungo. Mi aspettavo che il loro comitato cantonale fosse almeno per la libertà di voto... Resto perplesso».

A prendere posizione, con una conferenza stampa congiunta a Rivera, saranno domani anche i Municipi dei cinque grandi comuni ticinesi: Chiasso, Lugano, Bellinzona, Mendrisio e Locarno. Una “discesa in campo” che non si vede spesso. Non si era vista, ad esempio, per la riforma fiscale votata a giugno che aveva un impatto fiscale simile. «È lecito che i Comuni intervengano in questo dibattito», risponde Mazzoleni che siede anche nell’Esecutivo di Minusio. «È chiaro che questa iniziativa va a togliere risorse ed è giusto che i Municipi difendono le proprie entrate. Dovrebbero però avere l’onestà intellettuale di dire che si tratta di una proposta che lascia soldi nelle tasche dei loro stessi cittadini. Da municipale – rivendica Mazzoleni – ritengo che i cittadini non devono pagare le tasse su soldi che non hanno in tasca».

Riprende Piccaluga: «La spesa prevista di 46 milioni di franchi sono i soldi che, in questo momento, il Cantone sta incassando su denaro che la gente non ha in tasca. Noi vogliamo correggere questa stortura». Senza dimenticare, conclude Mazzoleni, «che il Ticino è tra i Cantoni dove, nel complesso, si chiedono più imposte ai cittadini. Fossimo un paradiso fiscale capirei tutto questo ostruzionismo alla nostra proposta, ma visto come siamo messi mi sembra solo un aiuto ai cittadini in un momento di difficoltà».