laR+ Ticino

Costi dei medicamenti, iniziative cantonali un passo più vicine a Berna

La maggioranza della commissione parlamentare ‘Sanità e sicurezza sociale’ fa proprie le conclusioni del governo. Ora tocca al Gran Consiglio esprimersi

‘Un segnale politico forte’
(Ti-Press)

È per dare un “segnale politico forte” che la maggioranza della commissione parlamentare ‘Sanità e sicurezza sociale’ ha sottoscritto il rapporto che sostiene l’invio a Berna delle due iniziative cantonali presentate lo scorso luglio dal direttore del Dipartimento sanità e socialità Raffaele De Rosa per contenere i costi legati alla salute. Due iniziative con cui il Consiglio di Stato chiede, attraverso una modifica alla LaMal, la Legge federale sull’assicurazione malattia, l’obbligo di sostituzione dei medicamenti con generici o biosimilari e di ridurre il prezzo dei farmaci dopo vent’anni dal brevetto.

‘Sotto pressione la sostenibilità del sistema’

Il rapporto, stilato dal liberale radicale Matteo Quadranti e sostenuto da Plr, Centro, Udc, Ps (con riserva) e Verdi (con riserva), fa quindi proprie le conclusioni del governo, “sottolineando la volontà del Cantone di contribuire attivamente al dibattito nazionale e di sollecitare un adeguamento della Legislazione federale in un ambito in cui i margini di intervento cantonale restano inevitabilmente ridotti”. Esatto perché, come spesso evidenziato da De Rosa, i costi della salute sono un tema largamente di competenza federale. A ricordarcelo il rincaro (arrotondato al rialzo dall’Ufficio federale della sanità pubblica rispetto alle proposte degli assicuratori) dei premi di cassa malati per il Ticino per il prossimo anno comunicato martedì dalla ‘ministra’ dell’Interno Elisabeth Baume-Schneider. Le firme al rapporto di Quadranti arrivano quindi a cavallo tra l’annuncio dell’aumento dei premi e il voto di domenica sulle due iniziative del Ps e della Lega, a dimostrazione (forse) che cercare di contenere i costi resta prioritario nonostante il poco margine di manovra.

Costi della salute che, in Svizzera, sono in continua crescita. “Questo andamento – si legge nel rapporto di Quadranti che rimanda al messaggio del governo – mette sotto pressione la sostenibilità del sistema, soprattutto per quanto riguarda l’onere dei premi dell’assicurazione malattia obbligatoria, triplicati dal 1996 e cresciuti in Ticino del 30% dal 2022 al 2025, contro un incremento nazionale pari al 20%”. In questo contesto per il Consiglio di Stato è più che mai prioritario contenere i costi, senza però compromettere la qualità delle cure. Certo, da un lato la fissazione dei prezzi dei medicamenti è una competenza esclusiva della Confederazione. Esiste però, a detta del governo cantonale, un potenziale di risparmio: “Da una parte, tutti gli attori (operatori sanitari, assicuratori, autorità e pazienti) possono contribuire a un uso più responsabile e consapevole, scegliendo i medicamenti generici e biosimilari”, proprio perché, “nonostante i meccanismi esistenti favoriscano già l’impiego di alternative più economiche, in Svizzera il tasso di sostituzione resta relativamente basso: circa il 75% per i generici (2023) e solo il 21% per i biosimilari”. Dall’altra, “riducendo automaticamente il prezzo di un farmaco, una volta scaduto il suo brevetto”.

Le riserve del Ps, la reticenza della Lega

Il rapporto di Quadranti, come detto, è stato sottoscritto con riserva da socialisti e Verdi. «Lo abbiamo comunque firmato perché le due iniziative cantonali sono senz’altro pertinenti, nel senso che a livello federale bisogna agire per rendere obbligatorio l’uso di farmaci generici e ridurre così prezzo dei medicamenti, in modo da contribuire alla diminuzione dei costi della sanità. Ciò detto – aggiunge Danilo Forini (Ps) –, sappiamo che dal lato pratico non produrranno, perlomeno in tempi brevi, alcun risultato. Così come sappiamo per esperienza che è molto difficile che le Camere federali accolgano un’iniziativa cantonale. E allora non basta rivolgersi a Berna, dobbiamo fare i compiti anche in Ticino. Ecco la ragione della nostra riserva». Forini richiama allora il messaggio governativo sulle iniziative. «A un certo punto – osserva il deputato – il Consiglio di Stato ricorda, citando l’Ordinanza federale, che ‘per quanto riguarda i medicamenti generici, i medici e i farmacisti sono tenuti per legge a informare il paziente sulla disponibilità di un medicamento generico equivalente al prodotto originale’ e che ‘questo obbligo è stato introdotto per rafforzare la trasparenza e consentire alla persona assicurata di effettuare una scelta consapevole, contribuendo a ridurre la spesa’. Bene: questo viene fatto? Chi verifica? Si dovrebbe fare di più? Quali le sanzioni in caso di mancato rispetto dell’obbligo sancito dalla normativa federale? L’impressione, non solo mia, è che in quest’ambito si faccia ancora ben poco. A ogni modo lo chiederemo al governo. Anche perché sul tema è pendente una mozione presentata nel 2023 da Patrick Rusconi». Titolo dell’atto parlamentare del granconsigliere Plr: ‘È giunto il momento che lo Stato faccia la sua parte per sensibilizzare l’uso dei medicinali generici’. Cosa che “porterebbe a un abbassamento delle spese sanitarie e a un contenimento dei costi delle casse malati”. Lo Stato, annota fra l’altro Rusconi, “ha il diritto e il dovere di sensibilizzare su questo tema tutta la popolazione ticinese. Se vogliamo abbassare i costi della salute si può iniziare anche da qui”. Il rapporto del governo sulla mozione è dello scorso mese. Secondo l’Esecutivo, “gli interventi proposti dall’atto parlamentare qui in esame sono già stati concretizzati e recepiti”. Invita pertanto il Gran Consiglio “a ritenere accolta la mozione”. Il parlamento tuttavia deve ancora pronunciarsi. Ed è questa la ragione che Alessandro Mazzoleni invoca a proposito della mancata firma della Lega al rapporto di Quadranti. «Non siamo contrari alle due iniziative cantonali, anzi; siamo scettici su modi e tempistica – dice –. Mi spiego: queste iniziative andavano portate in Gran Consiglio insieme alla mozione del collega Rusconi, per dire a Berna che anche il Ticino fa la sua parte, che si sta impegnando nella promozione dei generici. Oltretutto oggi le due iniziative cantonali alle Camere federali rischiano di finire nel calderone delle proposte per contrastare l’aumento dei premi di cassa malati. Se avessimo evaso insieme iniziative e mozione, le nostre richieste avrebbero acquisito maggior peso politico».

Leggi anche: