Il sindacato cristiano sociale pronto al dialogo ma coi suoi paletti: ‘Nessun compromesso su qualità del lavoro, dignità salariale e servizi’
Il sindacato Ocst è pronto a “un dialogo aperto e costruttivo per individuare soluzioni che permettano di implementare le iniziative approvate, in modo responsabile e sostenibile”. L'Organizzazione cristiano-sociale ticinese, dopo il massiccio sì alle proposte sui premi di cassa malati in votazione domenica, tiene però il punto: “Vogliamo essere altrettanto chiari: non accetteremo che a pagare il prezzo della situazione siano le lavoratrici e i lavoratori del settore pubblico e parapubblico, né che la qualità dei servizi destinati alla popolazione venga sacrificata”.
Quindi, per la messa in vigore delle iniziative di Ps e Lega, per l'Ocst “la strada non potrà essere quella di tagli lineari, mancata sostituzione del personale in uscita, chiusure di servizi o peggioramenti salariali e contrattuali. Un Cantone che indebolisce il suo Stato sociale e il lavoro di chi lo sostiene quotidianamente è un Cantone che mette a rischio la propria coesione e il proprio futuro”.
L'invito formulato dal sindacato cristiano sociale, quindi, è “raccogliere la sfida lanciata dalle cittadine e dai cittadini: affrontare finalmente i nodi strutturali della politica sanitaria e delle finanze pubbliche, senza chiedere ulteriori sacrifici a chi lavora ogni giorno nei servizi pubblici e parapubblici e senza trasformare i dipendenti pubblici e parapubblici nei capri espiatori del risanamento delle finanze cantonali”.
Detta breve: “Apertura al dialogo sì, ma nessun compromesso sulla qualità del lavoro, sulla dignità salariale e sulla tutela dei servizi fondamentali per la collettività”.