Ticino

‘La certificazione degli etilometri è sempre stata garantita’

Zali risponde alle domande sollevate dopo le dichiarazioni degli agenti coinvolti nel caso Gobbi. ‘Calibratura ogni sei mesi non è vincolante’

Solo una piccola ‘zona grigia’
(Ti-Press)
17 novembre 2025
|

«Una puntata alla volta stiamo formando la classe politica e i cittadini maggiormente informati sulle modalità di controllo del tasso di alcolemia in ambito di circolazione stradale e del funzionamento dei relativi apparecchi di controllo». Parte con la solita pungente ironia il direttore del Dipartimento del territorio, ma pure responsabile politico della Polizia cantonale, Claudio Zali nel rispondere a due interpellanze – una di Giuseppe Sergi per il Movimento per il socialismo (Mps), l’altra di Fiorenzo Dadò per il Centro – che prendono spunto dall’incidente in Leventina nel quale è incappato il consigliere di Stato Norman Gobbi e, soprattutto, dalle novità emerse durante il processo che ha scagionato due agenti della Cantonale dall’accusa di favoreggiamento. I due poliziotti hanno infatti ammesso davanti al giudice che per mesi sono stati utilizzati etilometri precursori. “Agli agenti operativi, perlomeno a quelli del posto di polizia di Camorino, era noto da almeno metà settembre 2023 che c’era un problema con gli etilometri precursori. E, mi vergogno a dirlo, nascondevamo l’apparecchio per non farlo leggere all’utente di turno”. Cioè per non far leggere al conducente la scritta ‘calibratura scaduta’. Ha dichiarato uno dei due in aula. Da qui la prevedibile raffica di domande al Consiglio di Stato. Diverse delle quali – rimaste inevase in quanto la sentenza non è ancora cresciuta in giudicato – chiedevano anche lumi sulle procedure adottate dopo l’incidente di Gobbi. Una su tutte: la decisione di secretare il verbale.

Tornando agli etilometri non tarati: «È fondamentale ricordare – afferma Zali – che i precursori hanno una funzione prevalentemente assolutoria e non condannatoria. Accertano che non ci sia stata una violazione del regolamento». Se infatti il test precursore indica un valore alto si rende necessario il test probatorio o l’esame del sangue. In questo modo, ricorda Zali, anche se il precursore indicasse un valore non veritiero la decisione di un procedimento ai danni del conducente sarebbe in ogni caso presa sul risultato del test successivo (la cui affidabilità non è mai stata messa in discussione).

Resta però, come dichiarato dallo stesso responsabile politico della Polizia cantonale, una «piccola zona grigia», quella dei casi puniti con una contravvenzione. Ovvero: se il test precursore indica un valore compreso tra 0,25 e 0,4. Quindi superiore al limite consentito ma inferiore alla violazione qualificata. «In queste situazioni la persona controllata può decidere di accettare il risultato, e la conseguente multa, rinunciando così a chiedere ulteriori verifiche di cui ha comunque diritto. Si tratta di casi dove in ogni caso non è mai prevista la revoca della licenza di condurre ma solo, appunto, una multa e un ammonimento».

Etilometri non tarati, ma comunque in regola. «Gli apparecchi vengono verificati quando entrano in funzione e sono poi verificati annualmente. Tutti gli etilometri precursori in uso dalla Polizia cantonale – puntualizza Zali – hanno una certificazione. Due volte l’anno, invece, vengono tarati. La taratura è consigliata ogni due mesi, ma non è vincolante». L’esempio fatto in aula è quello della spia delle automobili che segnala la necessità di sottoporre il veicolo al servizio. È un avvertimento, non l’obbligo di recarsi immediatamente in officina. Quindi, «gli etilometri hanno sempre rispettato i requisiti».

Sempre a proposito di Polizia, Zali ha anche risposto all’interpellanza di Isabella (Centro) inoltrata dopo le critiche mosse dallo stesso consigliere di Stato al sondaggio condotto dai sindacati sul clima all’interno del Corpo. Sondaggio dal quale è emerso un malcontento diffuso. «I sindacati si sono recentemente incontrati con la direzione della Polizia per avviare un tavolo di dialogo condiviso per trovare misure migliorative. Come governo restiamo in attesa di vedere quelli che sono gli sviluppi. In ogni caso – rimarca Zali – aver espresso delle criticità nel sondaggio non vuol dire avere un atteggiamento di chiusura».