Fino all'8 giugno a Verscio, allo Spazio Maillet già atelier del padre Leo
La technè è la sintesi e unione tra pensiero e tecnica. La incarna Daniel Maillet, che nello Spazio che porta il suo cognome, già atelier del padre Leo, espone ‘Miti e Muse’, un viaggio attraverso l'arte, la cultura e la tecnica. Fino all'8 giugno a Verscio, l'esposizione offre una panoramica delle opere pittoriche, grafiche e scultoree dell'artista, ispirate ai miti e alle leggende che hanno plasmato la sua vita e il suo percorso creativo.
Formatosi tra l'Accademia di Brera e il Csia di Lugano, Daniel Maillet si è immerso sin da subito in un'intensa ricerca artistica basata sull'osservazione dal vero e sul rigore del disegno, un confronto con la tradizione figurativa da reinterpretarsi con spirito critico contemporaneo. Lo dicono le opere su carta del periodo milanese-ticinese, come ‘Katia Groll su poltrona Bertoria’. Altro aspetto caratterizzante dell'artista è la combinazione dell’arte incisoria della tradizione nordico-germanica con quella classico-mediterranea, confluita nel trittico ‘Persefone’, incisioni a mezzatinta con testi composti in caratteri di piombo e stampati a mano. Il periodo brasiliano rappresenta una svolta nella produzione artistica di Maillet: in opere come ‘Paisagem agreste’, gli elementi tropicali non ottemperano alla mera funzione decorativa ma fungono da protagonisti dell'intera narrazione visiva. L'artista espande poi nella tridimensionalità della scultura il suo lavoro, come nelle opere scultoree in grès, frutto di una complessa sperimentazione tecnica.
La mostra non è solo un’esposizione di opere: è un invito a riflettere sui miti che raccontano l’origine delle cose, la vita quotidiana e i sogni dei popoli passati. Maillet propone un ritorno agli archetipi della bellezza attraverso le divinità mitologiche come Ninfe, Adoni, Afrodite e Amazzoni, narrando positività e mistero. È il risultato dell'esplorazione di strade nuove o complementari, lungo le quali s'incontrano l’antico con il moderno, anche tecnologico.