L'esposizione di Nicolas Crispini invita a riflettere sugli effetti devastanti delle armi nucleari attraverso oggetti e testimonianze
La nuova esposizione del Museo internazionale della Riforma (MIR) di Ginevra invita il pubblico a misurarsi con gli effetti della bomba atomica. La mostra "Apocalissi. Cosa avete visto a Hiroshima?" è visibile da domani e fino all'11 gennaio 2026.
"Purtroppo non è un'esposizione commemorativa", si è rammaricato Nicolas Crispini, presentando oggi il suo lavoro dinanzi ai media. Il fotografo ginevrino si è interessato al tema dieci anni fa, leggendo testimonianze di superstiti che soffrono ancora oggi di tumori legati alle bombe atomiche.
Con questa mostra, vorrebbe "insegnare al pubblico a guardare". Il ginevrino fa dialogare 450 oggetti, foto, ritagli di giornale e dispositivi audiovisivi per raccontare la storia della bomba atomica e il suo impatto sul nostro presente.
Crispini ha voluto rendere questa esposizione "la più documentaria possibile, poiché i fatti bastano." Ogni sala mette in tensione una moltitudine di sguardi, che vanno dalle ombre delle vittime cancellate dalle bombe, alle testimonianze di tredici sopravvissuti.
Al centro dell'esposizione, lo sguardo si perde nei colori dei numerosi oggetti strambi appesi al soffitto. Dai fumetti "Atomic Mouse" a un memory di funghi atomici, passando da un LEGO di un'esplosione e dagli estratti di un film di Walt Disney, la collezione di Crispini illustra quanto la nostra cultura sia impregnata dalla bomba atomica nonché il "nostro accecamento" riguardo agli effetti e alla storia dell'arma devastatrice.
Appeso al muro c'è anche un bikini. Il costume da bagno prende il suo nome da un arcipelago prescelto dagli Stati Uniti il 1° luglio 1946 per un test nucleare. Il capo d'abbigliamento balneare uscirà per la prima volta quattro giorni dopo, con lo slogan "La prima bomba an-atomica". Un modo per erotizzare la bomba, per far dimenticare le sue conseguenze, deplora il fotografo.
L'esposizione ripercorre la storia della bomba atomica e i diversi racconti attraverso i quali le società umane hanno gestito "l'inumanità della loro sovrapotenza". Le foto delle sagome delle vittime sono affiancate dalle immagini dei corpi dei sopravvissuti. Le prime sono state illuminate dalla luce dell'esplosione, prima che questa le riducesse in polvere.
Un'installazione sonora permette di ascoltare degli estratti del "Giornale di Hiroshima" di Michikiko Hachiya, letto da attori. Narrando i giorni seguenti all'esplosione, il medico giapponese inizia sempre con "descrivendo il colore del cielo". Ciò che ha ispirato il fotografo, di cui una foto del cielo è esposta di fronte all'installazione. In fondo alla sala, alcuni documenti mostrano il racconto completamente diverso degli Stati Uniti, con messaggi di vittoria dopo la resa del Giappone.
La mostra termina con foto aeree dei siti di test nucleari, che raccontano con legende fattuali le tracce che l'uomo ha inflitto alla Terra. Al centro, un dispositivo sonoro presenta le testimonianze di tredici superstiti, raccolte da Crispini nel 2023. Hanno risposto alla domanda: "Cosa avete visto?", da cui il titolo della mostra.