Era sopravvissuto a due ictus nel 2012 e a un infarto nel 2014. Aveva 85 anni
Chicago Tribune lo aveva definito il ’Padrino della letteratura queer‘. Lo scrittore Edmund White è morto a New York all'età di 85 anni. Sieropositivo all'Hiv dagli anni ‘80, era sopravvissuto a due ictus nel 2012 e a un infarto nel 2014. Nella sua carriera ha scritto oltre trenta libri e decine di articoli e saggi in cui ha scavato a fondo principalmente nelle sue stesse esperienze sessuali. Le sue opere sono state tutte best seller anche per la grazia con cui raccontava i dettagli sessuali più intimi.
Nato nel 1940 a Cincinnati, in Ohio, White crebbe alle porte di Chicago, benché istruito in un'esclusiva scuola privata del Michigan. Raccontò i suoi anni lì in ‘The beautiful room is empty’ (1988), in Italia pubblicato da Einaudi nel 1992 con il titolo ‘E la bella stanza è vuota’. Dopo il liceo fu accettato ad Harvard ma rifiutò per stare accanto al suo terapeuta, che gli aveva promesso che lo avrebbe curato dalla sua omosessualità. Si laureò quindi in cinese all'Università del Michigan.
Il suo primo romanzo fu ‘Forgetting Elena’ (1973), sui rituali della vita gay a Fire Island, isola di Long Island, meta del turismo Lgbtq+; la sua seconda opera fu ‘Nocturnes for the King of Naples’ (1978), epistolario tra un gay e il suo defunto ex amante. Ma il suo romanzo più famoso resta ‘Un giovane americano’ (1982), primo volume di una trilogia narrativa autobiografica continuata con il sopraccitato ‘La bella stanza è vuota’ (1988) e ‘La sinfonia dell'addio’ (1997). All'epoca, la critica considerò ‘Un giovane americano’ come una combinazione di elementi di ‘Il giovane Holden’ di J.D. Salinger mescolati ad altri vicini al ‘De Profundis’ di Oscar Wilde. In esso, infatti, White parla di un ragazzo durante l'adolescenza, descrivendo l'esperienza vissuta di giovane uomo omosessuale durante gli anni cinquanta negli Stati Uniti d'America.
Sposato con lo scrittore Michael Carroll, con parentesi di vita a Roma e in Francia, dove si appassionò a Jean Genet, Marcel Proust e Arthur Rimbaud (di cui scrisse diverse autobiografie), White trascorse la maggior parte della sua esistenza a New York, dove fu anche testimone delle rivolte dello Stonewall nel 1969. “Fino a quel momento – scrisse a proposito di quegli anni – ci era stato insegnato che l'omosessualità fosse un termine medico. All'improvviso ci rendemmo conto che potevamo essere un gruppo di minoranza, con diritti, una cultura e un programma”.
La sua ultima opera, pubblicata quest'anno, è ‘The Loves of My Life: A Sex Memoir’, da lui stesso definita una ’sex memoir‘, in quanto descrive incontri con circa tremila uomini con i quali ha anche avuto rapporti sessuali. In Italia, l'autobiografia uscirà il 20 giugno, pubblicata da Playground con il titolo ‘Gli amori della mia vita’.