Luogo di confluenza di linguaggi, esperienze e generazioni diverse, il centro culturale annuncia 130 eventi per la prima parte della stagione 2025-26
Se il buongiorno si vede dalla pioggia, allora – incrociando un paio di proverbi – dovrebbe essere una stagione fortunata. È con l’acqua nelle scarpe e i pantaloni umidi come gli straccetti della cucina che la scena luganese si ritrova al Foce per la presentazione della prima parte di stagione, ben 130 eventi da ottobre a gennaio. Sul palcoscenico, sotto i proiettori, vicesindaco e direttore Divisione eventi e congressi; in sala, una rappresentanza degli artisti che popoleranno il centro culturale nel 2025-26.
In ordine di apparizione sul palco: “Il refrain, soprattutto dopo che il Lac ha festeggiato i suoi dieci anni, è che Lugano non potrebbe farne a meno, ma anche senza il Foce questa città non sarebbe immaginabile”. Roberto Badaracco si rallegra per la presenza in sala degli operatori culturali, per l’essere il Foce “luogo di accoglienza, disponibilità, accessibilità, un mantra” e “occasione di ritrovo per i giovani, una risposta ai disagi di cui spesso si parla”. Il vicesindaco chiude facendosi garante del lavoro in corso sulla cultura indipendente “malgrado gli ostacoli politici” che vi si frappongono. Da Claudio Chiapparino, l’essenza del Foce: “Provare a rappresentare un microcosmo a livello locale che sia il più variegato possibile”, perché “qui non c’è spazio per la presenza continuativa di pochi soggetti, ma sfruttiamo ogni angolo per dare ospitalità a molteplici realtà”. Novità di quest’anno, la partnership con AG Cultura e quella con Petzi, federazione svizzera club e festival di musica, un tentativo di andare oltre i confini locali.
In video prima e di persona poi, i volti noti del Foce fanno nomi e cognomi. Michela Poretti, coordinatrice e programmatrice, annuncia una stagione all’insegna di “educazione e cultura”. Per la musica – tra le sezioni Random, Raclette e Jazz me up! – Filippo Corbella ci dice di Aïsha Devi (4.10), artista svizzera con radici nepalesi che mescola beat, canto e misticismo. Da Seattle arrivano i True Loves (16.10), gruppo di funk&soul strumentale da 8 elementi e milioni di streaming. Da Vicenza arrivano invece anche i Delicatoni (28.11), unendo jazz, psych-pop ed elettronica nello spettacolo ‘Delicatronic’. È musica dal vivo quella del Gwenfestival (5 e 6.12), celebrazione dei vent’anni della Radio indipendente Gwendalyn, per gli amici Gwen, con line up di artisti da tutte le regioni linguistiche. Vent’anni sono anche quelli compiuti dall’entità Peter Kernel (16.1), così riassunta da Aris Bassetti e Barbara Lehnhoff: “All’inizio è stato difficile uscire dal Ticino, ci chiedevano: ‘Ma siete come i Gotthard?’. E noi dovevamo dire di sì. Ora qui c’è più consapevolezza”, dice Bassetti. Lehnhoff: “C’erano pochi esempi da seguire, ora le cose stanno cambiando. È un buon lavoro quello che fate qui”.
Dopo avere ospitato la cantautrice Valentina Tioli (23.1) ed essersi trasferito al Padiglione Conza per il già annunciato Lucio Corsi (24.1), il Foce renderà omaggio a Mirko Bertuccioli aka Zagor, defunto leader dei Camillas, nella serata denominata ‘La memoria è adesso’ (31.1), prima con la proiezione de ‘La leggenda di Zagor’, film che del frontman ripercorre la vicenda artistica, poi con il concerto dei Crema, la cui storia s’intreccia con quella dei Camillas. Da Corbella, un ampio cenno alle residenze musicali, la prima delle quali ospiterà dal 6 all’11 novembre Mortòri, un altro dei progetti di Aris Bassetti (per chi volesse candidarsi per le residenze successive, c’è tempo fino al 15 ottobre: www.luganoeventi.ch, residenze.foce@lugano.ch). In zona Random, introdotto di persona, è in arrivo il party queer creato da e per la comunità da Doll$ on the Block, celebrazione di diversità, creatività e inclusione.
“Donne, storia, intelligenza artificiale, socialità e temi universali”. Il Teatro, dice Poretti, si muoverà in questi ambiti a partire da ottobre, nella collaborazione con il FIT Festival. Paola Tripoli, sua direttrice, è in sala. Ringrazia per spazi e visibilità e riparte dalla presentazione della ‘sua’ stagione, avvenuta pochi giorni fa. Si chiede che senso abbia “fare cultura con migliaia di bimbi che muoiono per mano di chi dimentica la storia” e ribadisce: “Il FIT è un festival politico, assistervi significa porsi delle domande”. Ribadisce anche la“radicalità” degli artisti che “raccontano la storia per quella che è davvero”.
Andando a volo d’uccello. Il Teatro al Foce sarà ‘Comicità della solitudine’ (13.10), Emanuele Santoro che recita testi del da poco scomparso Stefano Benni. Di Santoro è anche l’omaggio a Pier Paolo Pasolini (10.11) a cinquant’anni dalla morte. ‘Miserere’ (5, 6 e 7.12) è il nuovo spettacolo del Teatro delle Radici, testo e regia di Cristina Castrillo, anch’ella in sala a dire di “questa devastazione per la quale ci siamo chiesti perché mai avremmo dovuto fare uno spettacolo”. Portando con sé i precedenti ‘Transumanze’ e ‘Fessure’, ‘Miserere’ – “Un modo per chiedere perdono per quello che non abbiamo saputo né voluto fare” – chiude un “trittico sulla sofferenza e il disagio della condizione umana” (dalle note di presentazione).
Luca Spadaro ha sfidato la pioggia con in braccio la piccola Iris per venire a presentare ‘Peccato che sia femmina’ (16, 17 e 18.1), nuovo episodio della sua indagine sulle discriminazioni nel XXI secolo. “È il monologo di un maschio che spiega la questione femminile”, dice. “Spero che la gente s’incazzi, che fischi”. Si augura di uscire dal monologo “in modo non assolutorio per il mio genere”. Spera che lo spettacolo “permetta di guardare in faccia i problemi che Iris dovrà affrontare, suo malgrado, tra pochissimi anni”.
Per tutto il resto in ambito teatrale – da ‘Lo Spirito di Locarno’ del locarnese Teatro Paravento (14 e 15.10) al “dramma della vita” di ‘Comedian’ del Club74 (18.11), dal toccante ‘È giusto così’ di Roberto Albin (19.11) al ‘Giovanni Falcone – Onore, sangue, giustizia’ del Teatro dell’Imprevisto (26 e 27.11), dai Gordi/Teatro Franco Parenti di ‘Note a margine’ (11 e 12.12) fino a ‘Rette parallele sono l’amore e la morte’ di e con Oscar De Summa (31.1) – si rimanda a www.foce.ch. Vale anche per gli spettacoli del FIM – Festival internazionale delle marionette (18.10 - 9.11), per la sezione Cinema, che insieme alle pellicole abbraccia anche i Lugano Animation Days. Vale per gli incontri culturali, il ballo e la danza contemporanea. B.D.