Locarno Film Festival

‘Tabi to Hibi’ di Sho Miyake conquista il Pardo d'Oro

È il quarto film giapponese a conquistare il massimo riconoscimento del Festival di Locarno. Premio per la miglior regia ad Abbas Fahdel

16 agosto 2025
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‘Tabi to Hibi’ (‘Two Seasons, Two Strangers’) di Sho Miyake – leggi la recensione del nostro critico Ugo Brusaporco – ha conquistato il Pardo d'Oro alla 78ª edizione del Locarno Film Festival. La giuria del Concorso internazionale presieduta dal regista cambogiano Rithy Panh ha inoltre assegnato il Pardo per la migliore regia ad Abbas Fahdel per ‘Tales of the Wounded Land’ mentre il Premio speciale della giuria è andato a ‘White Snail’ di Elsa Kremser e Levin Peter che ha anche ricevuto uno dei due pardi per la miglior interpretazione per i due protagonisti Marya Imbro e Mikhail Senkov. L'altro riconoscimento per la miglior interpretazione è stato invece assegnato a Manuela Martelli e Ana Marija Veselčić per ‘Bog neće pomoći’ (‘God Will Not Help’). Menzione speciale, infine, per ‘Dry Leaf‘ di Alexandre Koberidze

Nel Concorso Cineasti del Presente, il Pardo d'Oro è stato vinto da ‘Tóc, giấy và nước…’ (‘Hair, Paper, Water...’) di Nicolas Graux e Trương Minh Quý, mentre per i Pardi di Domani i principali riconoscimenti sono andati ‘A Very Straight Neck’ di Neo Sora (Corti d'Autore), ‘Hyena’ di Altay Ulan Yang (Concorso Internazionale) e ‘O Rio de Janeiro continua lindo’ di Felipe Casanova (Concorso nazionale).

Un'opera che ‘cattura la fragilità e la forza della vita’

Un'opera «di grande sensibilità» che «ci immerge in una storia toccante, dove la bellezza delle immagini cattura la fragilità e la forza della vita», un film nel quale «ogni scena risuona di emozione profonda, offrendo un'esperienza commovente». Così il presidente della giuria ha presentato il film che si è guadagnato il massimo riconoscimento di Locarno78 che il regista ha accolto ringraziando il Festival che si conferma «un luogo dove davvero il cinema è pienamente e fortemente supportato».

al termine di una cerimonia di premiazione lunga a ricca di discorsi emozionati. Iniziando dal saluto della presidente del Festival Maja Hoffmann che, dopo un applauso di sostegno da parte del pubblico presente in sala, ha lasciato perdere il discorso che stava leggendo («lo farò pubblicare» ha detto alla fine indicando il foglio messo via) per proseguire a braccio. Messe da parte le parole sui premi come riconoscimento e responsabilità, Hoffmann ha sottolineato che «siamo qui all'inizio di una nuova era nel fare un festival» e, dopo aver ringraziato tutto il team e le giurie, si è detta fiduciosa del fatto che «siamo nel posto giusto per parlare e dibattere di quello di cui il mondo ha bisogno ora, e possiamo, attraverso il mezzo del cinema, creare davvero altri luoghi, altri spazi per discutere».

La cerimonia è poi andata avanti tra ringraziamenti commossi (se avete tempo per riguardarne uno solo nella registrazione della cerimonia, è quello di Nicolas Graux e Trương Minh Quý), momenti di euforia (qui son da recuperare di Altay Ulan Yang, Pardino d’oro del concorso internazionale, e il “bellissimo” di Aurora Quattrocchi miglior interpretazione nei Cineasti del presente) e anche molti riferimenti a Gaza e ad altri conflitti e ingiustizie, incluse le denunce delle complicità occidentali, da parte sia dei cineasti premiati sia da diversi membri delle giurie.

Anche Abbas Fahdel, vincitore del pardo per la miglior regia, ha interrotto il suo discorso per l’emozione: non solo per il piacere di vedere riconosciuto il ruolo del regista in un documentario, genere «spesso considerato il parente povero del cinema “vero”», ma soprattutto pensando alle conseguenze dei bombardamenti subiti dal Libano e al centro del suo film, ‘Tales of the Wounded Land’.

La cerimonia si è conclusa con il saluto del direttore artistico Giona A. Nazzaro che, di nuovo con visibile emozione, ha riassunto lo spirito dei tanti discorsi ascoltati: «Ogni film celebra la vita. Anche quando i tempi sono difficili e impegnativi, possiamo ancora unirci come una persona sola». Così, dopo tanti premi e tanto cinema, Nazzaro ha concluso che «Questo festival è un atto di speranza: speriamo tutti insieme, speriamo tutti insieme per un domani migliore».

Il Palmarès completo

Cineasti del Presente:

  • Pardo d'Oro: ’Tóc, giấy và nước...‘ di Nicolas Graux e Trương Minh Quý
  • Premio miglior regia emergente: Cecilia Kang per ’Hijo Mayor‘
  • Premio Speciale della Giuria CINÉ+: ’Gioia mia‘ di Margherita Spampinato§
  • Pardo migliore interpretazione: Aurora Quattrocchi per ’Gioia mia‘
  • Pardo migliore interpretazione: Levan Gelbakhiani per ’Don't Let the Sun' di Jacqueline Zünd

Pardi di Domani:

  • Pardino d'Oro WePresent (Corti d'Autore): ‘A Very Straight Neck’ di Neo Sora
  • Pardino d'Oro Arts3 (Internazionale): ‘Hyena’ di Altay Ulan Yang
  • Pardino d'Argento Arts3: ‘Still Playing’ di Mohamed Mesbah
  • Premio migliore regia BONALUMI: ‘Primera enseñanza’ di Aria Sánchez e Marina Meira
  • Premio Medien Patent: ‘Force Times Displacement’ di Angel Wu
  • Pardino d'Oro SRG SSR (Nazionale): ‘O Rio de Janeiro continua lindo’ di Felipe Casanova
  • Pardino d'Argento SRG SSR: ‘Tusen toner’ di Francesco Poloni
  • Premio migliore speranza svizzera: ‘L'avant-poste 21’ di Camille Surdez

Opera Prima:

  • Swatch First Feature Award: ‘Blue Heron’ di Sophy Romvari

Pardo Verde:

  • Premio principale: ‘Mare's Nest’ di Ben Rivers
  • Menzioni speciali: ‘Tóc, giấy và nước...’ e ‘Une fenêtre plein sud’ di Lkhagvadulam Purev-Ochir

Premi delle giurie indipendenti:

  • Premio ecumenico: ‘Solomamma’ di Janicke Askevold
  • Premio FIPRESCI: ‘Dry Leaf’ di Alexandre Koberidze
  • Europa Cinemas Label: ‘With Hasan in Gaza’ di Kamal Aljafari
  • Premi Giuria dei giovani: ‘Le Lac’ di Fabrice Aragno (primo premio), ‘Dracula’ di Radu Jude (secondo), ‘Mektoub, My Love: Canto Due’ di Abdellatif Kechiche (terzo)
  • Semaine de la Critique: ‘Útóipe cheilteach’ di Dennis Harvey e Lars Lovén
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