Il ‘Pianoid’ di Edouard Ferlet presentato in Francia nel 50esimo anniversario di uno degli album jazz più celebri al mondo
Un pianoforte che suona da solo, capace di improvvisare: la rielaborazione basata sull’intelligenza artificiale del celebre ‘Köln Concert’ di Keith Jarrett è stata presentata la scorsa settimana in Francia dal pianista francese Edouard Ferlet. In occasione del 50esimo anniversario di uno degli album jazz più celebri al mondo, Edouard Ferlet ha accettato la proposta del festival Printemps de Bourges di approfondire un’opera scoperta da bambino, per interrogare “i legami tra improvvisazione e apprendimento”.
“L’idea iniziale era audace e non è stato facile per me. È stata una vera sfida”, ha dichiarato il pianista dopo il suo concerto. La sfida principale è “sapersi posizionare nei confronti dell’intelligenza artificiale”, vera novità del progetto, “costruito sul mio musicista preferito”, ha specificato Ferlet. Il suo compagno, il Pianoid, lo accompagna da dieci anni, “totalmente insensibile ai complimenti” ma “molto sensibile alla musica”.
“L’intelligenza artificiale può essere uno strumento molto stimolante. Era proprio quello che cercavo: chiedermi come potesse ispirare la mia creatività”, ha affermato Edouard Ferlet, che sul palco ha offerto per un’ora una performance intervallata da intermezzi esplicativi per il pubblico.
Più che un omaggio a Keith Jarrett, il lato innovativo della creazione risiede soprattutto in questo secondo pianoforte verticale, controllato dall’intelligenza artificiale e sviluppato in particolare dall’Ircam (Istituto di ricerca e coordinamento acustica/musica) in Francia e da Sony, sul quale il pianista si è affidato per improvvisare. Ma non si può certo dire che la tecnologia sostituisca l’artista sul palco. “Prima di tutto vengono le persone e l’idea deve sempre venire dalle persone”, ha affermato il pianista.