laR+ Moon and Stars

Diavolo d'uno Zucchero (Locarno, sera d'estate sold out)

Il Fornaciari in Piazza Grande con canzoniere da combattimento e band dei sogni, nel bagno di folla che ha riguardato anche la brava KT Tunstall

Il quasi 70enne Adelmo Fornaciari in arte Zucchero, ieri, martedì 15 luglio, a Locarno
(Ti-Press)
16 luglio 2025
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“Benvenuti in Piazza Grande di Locarno”, dice in italiano la voce fuori campo dall’inconfondibile inflessione germanofona. Volano i droni sulle nostre teste e sono droni di pace (vedremo le nostre pelate nei video promozionali del prossimo anno), mentre gli speaker diffondono la tarantella di Nella Martinetti che ci piace tanto, quella con la quale gli svizzero-tedeschi di Moon and Stars amano identificarci. Tanto piace anche a loro, ‘Bella musica’, che ne hanno fatto la sigla ufficiale dell’happening musicale dell’estate locarnese, tanto amato da qualcuno, tanto detestato da altri, ma che di certo non passa inosservato. Celebriamo dunque “mandolino, bombardino” e “la tromba pure quella, che completa la bandella”, ma anche la chitarra di KT Tunstall, primo atto di un martedì caldo ma non troppo, diventato caldissimo con l’arrivo di Zucchero, e band stellare al seguito.

La barca e la pasta

Al secolo Kate Victoria Tunstall, KT Tunstall è una cantautrice scozzese e agli open air scozzesi, racconta, si canta con le calze pesanti, due o tre strati di indumenti e di solito sotto la pioggia e in faccia al vento. A Locarno invece, si sa, c’è sempre il sole e KT si è pure noleggiata una barca, per vedere il mondo da un’altra angolazione. Chitarra e loop, batteria, una seconda chitarra (evidentemente il basso non va più di moda), KT è nota almeno due decenni per dell’ottimo pop-rock, come dimostrano la più recente ‘Canyons’ (2022) e la bellissima ‘The Other Side of the World’, che ha già vent’anni.

Con amore dichiarato per il mettere le canzoni le une dentro le altre, un modo per testare le sue funzionano, in coda alla sua ‘Dear Shadow’ accenna ‘Summertime’ di George Gershwin, ‘What I Am’ di Edie Brickell e ‘Toxic’ di Britney Spears, così come ‘Hold On’ sembra scritta per cantarci sopra ‘Walk Like an Egyptian’ delle Bangles. Tra un racconto di pasta e un altro (da lei mangiata domenica scorsa come non ci fosse un domani), fa tenerezza il sunto del suo esordio televisivo in un programma che aveva come ospiti Jackson Browne e The Cure. Cantò ‘Black Horse and the Cherry Tree’, il suo singolo più noto e che ancora canta, e che di anni ne ha ormai diciannove. Di anni ne ha venti anche ‘Suddenly I See’, degna chiusura di un set degno di Moon, ma anche di Stars.


laRegione
KT Tunstall

Ode a Oma Jali

I vip stanno sulla Balcony Lounge, altri fortunati sui balconi senza la y. Il sottopalco è per privilegiati; le transenne ufficiali, quelle con i fan che si accampano il giorno prima come a Wimbledon, sono venti metri indietro. Billy Joel, che non vuole gente facoltosa sotto il palco perché di norma è moscia, non avrebbe gradito. Con la piazza piena fino almeno al negozio di dischi, Zucchero apre con puntualità non svizzera il suo concerto. Dopo ‘Spirito nel buio’, ‘Solo una sana e consapevole libidine (ecc…)’ è una dichiarazione d’intenti per quel che succederà. Poi ‘La canzone che se ne va’, per KT che se n’è andata (“Ci ha fatto saltare“), ma non necessariamente. Sono sere d’estate ed ecco ‘Blu’, poi ‘Partigiano Reggiano’ col suo riff di piano alla ‘Cry Me A River’ (e anche tutto il resto).

Dopo ‘Pene’, il Fornaciari introduce la band, che è una specie di sogno proibito per chiunque canti e desideri avere una band: due tastieristi, due batterie, tre fiati all’occorrenza un quarto, due chitarre all’occorrenza tre. E un basso, che di solito basta e avanza. Più la vocalist camerunense Oma Jali, scovata da Zucchero nel ‘The Voice’ francese, che aveva aperto lo show vocalizzando e che su ‘Facile’ fa altro vocalizzo. Più tardi, in un intervallo riservato alla band, Oma spettinerà la Piazza Grande cantando ‘Nutbush City Limits’ in onore della svizzera Tina Turner (1939-2023), senza farla rimpiangere. Prima c’erano state ‘Il volo’, il panino al salame (’13 buone ragioni’), Baila Morena (‘Baila’) e ‘Miserere’, in duetto con un Pavarotti d’archivio proiettato sugli schermi ai lati del palco.

Cronaca di un duetto

Dietro ‘Miserere’ c’è molto più dell’amicizia tra un bluesman e un tenore. C’è anche l’occasione della vita per un non ancora famoso Andrea Bocelli, pronto ad accettare l’impiego alle Poste Italiane perché col piano bar non ci pagava l’affitto. Fu lui a cantare il provino della canzone, senza sapere che fosse destinato a Big Luciano. Lo scrive Michele Torpedine, ex manager di Zucchero e Bocelli, nel suo libro ‘Ricomincio dai tre’ (2018): “Sono anni che non sento una voce così bella”, disse Pavarotti nella sua casa neworkese ascoltando il provino, “non la potrei cantare meglio di questo ragazzo. Non se lo lasci sfuggire”. E disse anche: “Io non canterò mai un brano di musica leggera, mai”.

A sbloccare quel duetto, e l’intero disco rimasto in standy by, fu il desiderio di Pavarotti di organizzare un concertone chiamato ‘Emilia’, con tutti gli artisti emiliani sul palco. Torpedine propose un evento un poco più globale: “Maestro, io le chiamo a raccolta i più grandi nomi della musica internazionale e lei accetta di duettare con Zucchero”. Ecco il duetto, ecco il Pavarotti & Friends. E quando si trattò di portare ‘Miserere’ in tour, a Bocelli venne chiesto fare il Pavarotti, con a disposizione spazio ulteriore per un ‘Nessun dorma’. Niente più Poste Italiane. Poi sarebbe arrivata ‘Con te partirò’, ma questa è un’altra storia.

Similitudini

Tornando alla piazza. Trentatré anni dopo, ‘Diamante’ è ancora un diamante, ‘Così celeste’ è ancora celestiale (anche grazie a Bob Seger) e ‘Per colpa di chi’ e ‘Diavolo in me’ restano la chiusura imprescindibile del concerto di uno che ha il canzoniere lungo come un Real Book e deve lasciare fuori una buona metà di storia personale. Sì, è noto come ‘Per colpa di chi’ e ‘Diavolo in me’ (mettiamola così) paghino un tributo altissimo alla fonte ispiratrice Joe Cocker (‘Hitchcock’s Railway’, ‘High Time We Went’), ma se Joe Cocker non ti fa causa e diventa pure tuo amico, allora hai vinto tu. Hai vinto tu anche quando Eric Clapton decide di suonare con te ‘Hey Man’ e i Queen ti chiamano per commemorare Freddie Mercury. Per la cronaca: l’ultimo bis era ‘Senza una donna’, che al momento non assomiglia a nient’altro.