Aspettando le Settimane Musicali di Ascona, un patrimonio da conservare
Mi intriga pensare la storia delle Settimane Musicali di Ascona innescata su quella del Monte Verità, il nome aulico dato al Monte Monescia, quando nei primi decenni del secolo scorso vi si installa una comunità di persone venute dal Nord, alla ricerca di uno stile vita attento al benessere del corpo e dello spirito. Le vicende tragiche dell’Europa trafitta da due guerre mondiali lo fanno un luogo privilegiato, un rifugio per intellettuali e artisti in fuga dal nazifascismo. Ad Ascona soggiorna Paul Klee, che muore nel 1940, ricoverato d’urgenza alla clinica Sant’Agnese di Muralto: mi piace immaginare dipinte sotto il Monte Monescia le sue ultime opere, tuttora punte forse ineguagliate dell’avanguardia pittorica.
La storia della musica ha un episodio di tragica bellezza. Nel 1945, a guerra appena terminata tra le macerie di Stoccarda, Karl Münchinger ((1915-1990) raduna i musicisti che trova ed esegue musica di Bach, il pubblico in piedi sotto la pioggia. Ad Ascona, nel 1946, c’è un evento non tragico, ma altrettanto bello: la prima edizione delle Settimane, che compiono adesso ottant’anni. La Chiesa è (ancora) bigotta: nei suoi luoghi di culto ammette solo musica liturgica, ad Ascona non ci sono sale da concerto. Occorre fare di necessità virtù.
Ho ascoltato per la prima volta l’Orchestra della Svizzera Italiana nel 1949, quando si chiamava ancora Radiorchestra proprio alle Settimane, nella palestra delle scuole comunali appena costruite. Fu un programma tutto beethoveniano, l’Ouverture del Coriolano, il Concerto per violino, la Settimana Sinfonia. Per me tredicenne un evento indimenticabile. Direttore era Carl Schuricht (1880-1967) ancora longilineo e agilissimo sul podio. Solista di violino era l’ebreo errante Yehudi Menuhin (1916-1999) allora cittadino americano, prima di diventare svizzero, poi inglese. Fra molti ricordi ancora un concerto della nostra Orchestra nel cortile del Papio, sotto le stelle, con solista di violino Zino Francescatti (1902-1991), allora ricercatissimo sulla scena internazionale.
Le Settimane sono un patrimonio da conservare assolutamente e dobbiamo essere grati a Francesco Piemontesi, pianista all’apice di una travolgente carriera sulla scena mondiale, che vi dedica ancora le sue cure.