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Tutto quello che avreste voluto sapere sul cibo

Il Post e Iperborea dedicano un volume a quello che mangiamo, tra sprechi, calorie e impatto ambientale

2 maggio 2025
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C’è chi pensa come prima cosa alla salute, chi si limita ad assumere carburante per non restare a secco e chi considera quella culinaria una vera e propria arte: il nostro rapporto con il cibo è antico e complesso, eppure non ci fermiamo poi così spesso a ragionare su cosa mettiamo nel piatto. “Quello che mangiamo. E come lo mangiamo: storie di cibi e di consuetudini, e domande che non ci facciamo mai” ci dà moltissimi spunti sul tema, dal vademecum per scegliere l’anguria migliore al problema della sostenibilità del cibo, dalle questioni grammaticali dei programmi di cucina ai disturbi alimentari.

“COSE Spiegate bene” è un progetto del Post edito da Iperborea. Come riportato sul sito, oltre che sulla terza di copertina, “ogni numero è dedicato a un argomento, per raccontare come funziona, di cosa si parla, quali sono le Cose da sapere e che spesso vengono date per scontate. Perché le Cose cambiano se le si conoscono bene, e le vite migliorano se si capiscono le Cose.” Se non ne avevate mai sentito parlare, consiglio di dare un’occhiata anche agli altri volumi: ci sono argomenti molto interessanti.

Ma passiamo al contenuto: avreste mai detto che per convincere i francesi a coltivare e mangiare le patate – alimento di cui in Svizzera si consumano circa 45 chili a testa all’anno – l’agronomo Parmentier arrivò a mettere delle guardie a vigilare sulla piantagione, per considerarle preziose e invogliarli a rubarle nel corso della notte? Oltre ad aver convinto Maria Antonietta a indossarne i fiori tra i capelli e ad aver servito un banchetto tutto a base di questi tuberi al re Luigi XVI, alla regina e ai loro amici. E siete sicuri di sapere come funzionano le scadenze degli alimenti? Cosa, questa, molto utile per evitare sprechi quando ci si misura con l’ingrato compito di fare le “pulizie di primavera” in dispensa. Solo per fare un esempio, le spezie durano praticamente all’infinito, anche se perdono il sapore, mentre la patina biancastra che appare sul cioccolato lo rende sì meno bello, ma non meno commestibile.

Il peso di ciò che ci nutre

Una parte è dedicata anche al conteggio delle calorie, e a come non sia una base perfetta per le diete. In più, scopriamo che “oltre a produrre gli ormoni e proteggere i nervi, il grasso ha permesso al corpo umano di sopravvivere nei periodi di carestia, conservando il carburante necessario: se il corpo perde grasso cercherà di riprenderselo, rallentando il metabolismo e riducendo l’energia spesa per rafforzare i muscoli, un processo complesso e non ancora compreso del tutto”. Sprechiamo il nostro budget alimentare per snack e bevande senza calorie, cibi che in ultima analisi sono “privi di senso”, invece di investirlo in prodotti di qualità. Risparmiare su quello che mettiamo nel piatto non è etico, “perché al nostro risparmio corrisponde sempre una sofferenza della terra o delle persone che la coltivano”. “Secondo le stime delle Nazioni unite, entro il 2050 la produzione di cibo dovrà aumentare del settanta per cento rispetto al 2009 per rispondere alle maggiori necessità alimentari su scala globale. Farlo in modo sostenibile non sarà semplice, considerato che attualmente l’intero settore è responsabile di più di un terzo di tutte le emissioni di gas serra. Circa metà della Terra abitabile (esclusa cioè la parte coperta da ghiacci o quasi del tutto sterile) è destinata all’agricoltura e la prima causa della deforestazione è la creazione di nuove coltivazioni, quasi sempre monocolture”. Un libro per appassionati di cibo e per semplici curiosi, con chicche tutt’altro che scontate e approfondimenti di più lungo respiro che permettono di sapere di più su qualcosa che ci tiene in vita, ci dà gioia, ma ha anche impatti non indifferenti sul Pianeta.