Effettuato una settimana dopo l'ictus, il trattamento riduce l'infiammazione e aumenta neuroni, vasi sanguigni e recupero motorio in cinque settimane
Ha funzionato bene nei topi il trapianto di cellule staminali contro l'ictus, una delle principali cause di disabilità e morte al mondo: nel giro di cinque settimane il cervello degli animali ha mostrato chiari segni di recupero, con un livello più basso di infiammazione e una maggiore crescita di nuovi neuroni e vasi sanguigni nelle zone danneggiate.
È il promettente risultato ottenuto dallo studio pubblicato sulla rivista Nature Communications, guidato da University of Southern California (USC) e Università di Zurigo (UZH). Ciò potrebbe permettere di estendere la ristretta finestra di tempo di sole 4,5 ore entro la quale è attualmente necessario somministrare i trattamenti: il trapianto è stato infatti effettuato una settimana dopo l'ictus.
I ricercatori coordinati da Ruslan Rust della USC e Christian Tackenberg dell'UZH hanno riprogrammato cellule umane del sangue in cellule staminali capaci di trasformarsi in neuroni, e le hanno trapiantate nel tessuto cerebrale danneggiato di topi colpiti da ictus.
Dopo cinque settimane, gli animali che avevano ricevuto il trattamento presentavano, rispetto agli altri, una maggiore proliferazione di neuroni e vasi sanguigni, un numero più alto di connessioni tra neuroni e anche minori perdite dalla barriera emato-encefalica, il filtro che impedisce l'ingresso di sostanze nocive nel cervello. Nello stesso arco di tempo, i topi trattati hanno recuperato del tutto le loro capacità motorie.
Gli autori dello studio puntano ora a valutare i risultati su periodi più lunghi. "Se possiamo aiutare le persone trapiantando cellule staminali in un paziente umano colpito da ictus - dice Rust - vogliamo che queste cellule rimangano lì per il resto della loro vita. Quindi il nostro obiettivo - aggiunge il ricercatore - è quello di analizzare l'intera vita di un topo, vedere cosa succede alle cellule e capire se il recupero è duraturo".