Scienze

Possibile coltivare tè sulla Luna ma non su Marte

24 settembre 2025
|

Bere una tazza di tè sulla Luna sarà più facile che su Marte: la pianta di Camellia sinensis può infatti essere coltivata sulla superficie del nostro satellite, mentre non riesce a crescere nel suolo tipico del Pianeta Rosso. Lo dimostra una simulazione condotta dall'Università del Kent, nel Regno Unito.

I risultati vengono presentati a Bratislava, in Slovacchia, in occasione del primo workshop europeo dedicato all'agricoltura spaziale. I ricercatori britannici, guidati da Nigel Mason e Sara Lopez-Gomollon, hanno messo a dimora alcune giovani piantine di tè in terreni artificiali progettati per imitare la composizione dei suoli presenti sulla Luna e su Marte. Le piante sono state coltivate in un ambiente in cui temperatura, umidità e illuminazione erano controllate per simulare le condizioni tipiche di questi scenari extraterrestri. Come confronto, delle piante di controllo sono state coltivate nel terreno naturale del Devon.

Dopo alcune settimane di monitoraggio, le piante coltivate nel suolo lunare sono cresciute rigogliose, mettendo radici e sviluppandosi tanto quanto quelle del campione di controllo. Al contrario, le piante nel suolo marziano simulato non sono riuscite a crescere.

"I risultati di questo progetto sono molto incoraggianti - spiega Lopez-Gomollon - poiché dimostrano che un tè, una coltura, può essere coltivato in terreni lunari. Il nostro prossimo passo è comprendere meglio la fisiologia della pianta in queste condizioni, in modo da poter migliorare la crescita e, idealmente, applicare queste scoperte ad altre colture. Questo è particolarmente entusiasmante, perché andiamo oltre il semplice invio di astronauti sulla Luna e iniziamo a pensare seriamente a come renderla abitabile, aprendo la strada a missioni spaziali di lunga durata. Inoltre, proprio come la nostra esperienza su come le piante affrontano lo stress sulla Terra ci guida nel nostro lavoro sull'agricoltura spaziale, speriamo che le conoscenze acquisite studiando la sopravvivenza delle piante in ambienti extraterrestri estremi possano essere applicate anche per migliorare la resilienza delle colture qui sulla Terra".