Tra gli argomenti centrali dell'incontro di sabato, l'iniziativa ‘200 franchi bastano’
Oltre 200 i soci della Corsi (la cooperativa che rappresenta il pubblico della Rsi) accorsi sabato al Palazzo dei Congressi di Lugano per l’assemblea annuale dell’associazione. Tra loro alcune personalità legate all’universo mediatico nostrano (Marco Solari, Maurizio Canetta e Niccolò Castelli) e altrettanti esponenti politici. In particolare i consiglieri nazionali Gysin, Genini, Farinelli e Paolo Pamini, quest’ultimo esponente di quell’area già scesa in campo da mesi per sostenere l’iniziativa “200 franchi bastano” con lo slogan: ‘Anzi, sono sin troppi’. “Ho apprezzato l’invito, ho imparato tante cose e ci rifletterò”, ha dichiarato al Quotidiano. Speriamo che gli portino consiglio le notti che ci separano dalla votazione e rifletta sul fatto che la Rsi offre gratuitamente – solo nell’ambito sportivo – Mondiali di calcio e di hockey, Olimpiadi e quant’altro. Per uno solo di questi seguitissimi appuntamenti, altre reti Tv chiedono un ‘obolo’ che rappresenta talvolta l’intero canone annuale Ssr!
Dopo i saluti di Giovanna Masoni (presidente Corsi e vice del Cda Ssr), Greta Gysin ha affrontato per prima la spada di Damocle dei “200 franchi bastano”. La Rsi, ha ricordato, offre oltre 1'000 posti di lavoro e soprattutto garantisce uno spazio di confronto, importante per informare e per la creazione di idee. Le sembra paradossale che proprio la Svizzera italiana voglia mettere in discussione la perequazione del budget, “visto che paghiamo il 4% e riceviamo oltre il 25% delle risorse”. Concetto ribadito anche da Jon Domenic Parolini, Consigliere di Stato grigionese, che ha salutato e dato il benvenuto al pubblico esprimendosi in romancio.
Più concreto l’appello di Natalia Ferrara: “Se tutti gli italofoni della Svizzera versassero un solo franco, avremmo i mezzi per contrastare i fautori dello smantellamento del servizio pubblico. Abbiamo vinto una battaglia (No Billag), ma la guerra continua”.
Tornata sul podio, Giovanna Masoni ha ammonito che senza servizio pubblico la democrazia corre il rischio di finire nelle grinfie di aspiranti dittatori, che puntano su fake news, bolle mediatiche e algoritmi: un mostro tipo leviatano che tutto inghiotte. La Ssr garantisce la salvaguardia della coesione nazionale: indebolire la Rsi significa inoltre mettere a repentaglio l’identità stessa della Svizzera italiana. “Affrontiamo la battaglia, sapendo di poter contare su capitani e valorosi condottieri!”.
Ha così presentato Susanne Wille, direttrice generale Srg Ssr. Alla sua prima apparizione ufficiale al Sud delle Alpi, ha sfoggiato un ottimo italiano e dopo un ricordo personale (“I miei nonni si sono conosciuti nel 1937 proprio qui e in Ticino venivo sempre in vacanza coi miei genitori”) ha illustrato come l’ente televisivo nazionale si appresti ad affrontare la burrasca. In particolare col progetto ‘En avant’, varato per contenere i danni causati dal risparmio previsto per il prossimo biennio: ben 270 milioni. “Dobbiamo creare ponti per arrivare al pubblico più vasto possibile: più contenuti, più Ssr, più Svizzera!”, ha concluso tra gli applausi.
Il direttore Rsi Mario Timbal, dal canto suo, ha confermato sia il suo impegno ad accompagnare l’azienda in questa fase di pressione economica e politica, sia il definitivo trasloco degli Studi di Besso a Comano entro l’anno. Timbal, pur cosciente delle sfide che lo attendono – il digitale che spezzetta il pubblico al quale bisogna tuttavia offrire sempre prodotti di qualità, e il forte calo pubblicitario –, non vuole calarsi nei panni della vittima, anche se le difficoltà non mancano, come mostrano i conti aggiornati sui risparmi da attuare entro la fine del 2025. Il budget sarà ridotto complessivamente di 12 milioni, con una diminuzione di 60 posti di lavoro (una decina in più rispetto a quelli annunciati lo scorso anno). Una parte importante dei risparmi riguarda l'ottimizzazione di processi produttivi ed editoriali; Timbal ha anche anticipato l'arrivo, a settembre, di una nuova rubrica TV che, nella fascia 18-20, unirà informazione, cultura e intrattenimento.
Si giunge infine alle domande del pubblico. Il sindacalista Riccardo Mattei (Sindacato svizzero dei media) paventa la possibilità che molte produzioni finiscano oltre San Gottardo; mentre Luigi Maffezzoli ha lanciato un appello: “Si avvicina una campagna elettorale che non sarà solo a favore di un’azienda, bensì a favore di tutti noi: vorrei che la Ssr scendesse in campo per difendermi!”.
I lavori si chiudono oltre le 13 con l’annuncio di un’assemblea straordinaria prevista il 25 novembre prossimo.