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‘Amarcoeur’, al Sociale gli amori impossibili di Julie Meletta

La cantautrice ticinese sceglie la sua città e una data simbolica, il 14 febbraio, festa degli innamorati, per presentare il suo nuovo EP

12 febbraio 2025
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Cantare di amori impossibili a San Valentino. Julie Meletta ha scelto un giorno e un luogo simbolici, la festa degli innamorati e il Teatro Sociale di Bellinzona, la sua città, per presentare il nuovo EP ‘Amarcoeur’. Un lavoro uscito lo scorso novembre, a un anno di distanza da ‘Chic’, i cui brani sono entrati nei top #50 dei Swiss National Airplay Charts: titolo insolito e una copertina dal sapore un po’ ‘splatter’, come l’omonimo brano inserito nell’EP.

«‘Amarcoeur’ è una parola inventata – spiega la cantautrice –, fusione tra ‘Amarcord’ di Fellini, che evoca ricordi del passato, e ‘coeur’, cuore in francese: vuole evocare il ricordo delle mie passate storie d’amore, e nello specifico vuole essere una raccolta di storie di amori impossibili ma raccontate in modo non troppo triste o languido. Perché l’amore impossibile è un amore molto vivo, che fa provare emozioni molto forti, ed è un po’ questa la dimensione splatter: quell’aspetto vivo, di ‘carne aperta’, di quando ti apri completamente e rimani vulnerabile ma al tempo stesso ti senti anche molto vivo, di un amore che diventa viscerale».

Quali sono le sensazioni del presentarlo proprio in quel giorno e in quel luogo?

Il Sociale per me è un luogo del cuore, dove mi sento di casa. È soprattutto una cornice che permette di tenere uno spettacolo diverso: non sarà il classico concerto che potrei fare a un festival, ma ho deciso di fare una sorta di concerto-spettacolo, con una parte più teatrale, una cornice narrativa all’interno della quale vorrei trasportare gli spettatori e inserire la musica. Un concerto-storia, che dia anche delle immagini, un viaggio e un’esperienza dentro un racconto, anche per chi non conosce benissimo il francese, la lingua in cui canto tutte le canzoni.

Come mai la scelta di cantare solo in francese?

Sono di madrelingua francese, anche se sono cresciuta a Bellinzona, e per me è una lingua molto intima e familiare, è la lingua che parlavo a casa con mia mamma, e da bambina ho ascoltato tanta musica francese. E dato che si tende a rivisitare e riprodurre modelli e strutture che si sono già sentite, che ci si porta dentro, mi trovo più a mio agio con il francese.

Quali sono le ispirazioni, musicalmente parlando, per ‘Amarcoeur’?

Mi sono molto focalizzata su ciò che ascoltavo da piccola con mia mamma: lei ascoltava la musica francese, da Serge Gainsbourg a Francoise Hardy. Io sono cresciuta fra gli anni Novanta e i Duemila e quindi ho ascoltato tanta musica pop contemporanea, e mi è sempre piaciuto il cantautorato, la sua idea di raccontare.

C’è un brano in particolare a cui ti senti più legata?

Mi piace molto ‘Fan fiction’, perché ha un ritmo martellante: esprime bene un certo senso di agitazione che tante persone, io compresa, provano quando si sentono sopraffatte da ciò che accade intorno, che sia la vita sentimentale o lavorativa, o altro, un qualcosa che si agita dentro in modo più o meno continuo. E poi mi piacciono molto le melodie su una nota sola, sullo stile di ‘Ca plan pour moi’ di Plastic Bertrand che è una fonte di ispirazione.

Ci saranno altri concerti in vista?

Venerdì 21 suonerò per la prima volta a Ginevra, allo Chat Noir: sono molto contenta di esibirmi davanti a un pubblico, quello ginevrino, con il quale non ho mai avuto modo di confrontarmi. Avrò poi diverse date a partire da giugno, anche se al momento tutte al di fuori del Ticino.

Lo spettacolo inizierà alle 20.45. Biglietti ancora disponibili su www.teatrosociale.ch/.