Col direttore d’orchestra per introdurre il concerto del 2 marzo allo Stelio Molo, più qualche anticipazione sul nuovo cd uscito sotto la sua direzione
Domenica 2 marzo alle 20.30 l’Auditorio Stelio Molo della Rsi vedrà Diego Fasolis dirigere I Barocchisti in un concerto dal titolo ‘Musica degli Affetti’. Il programma, di carattere antologico, attraverserà il Sei e Settecento, spaziando dal finale dell’Incoronazione di Poppea di Monteverdi al Concerto alla rustica di Vivaldi, fino a un estratto dal Messia di Händel. Abbiamo incontrato Diego Fasolis per scoprire alcuni dettagli di questo prezioso appuntamento musicale.
Il programma di domenica è incentrato sul tema ‘Musica degli affetti’: qual è il significato di questo titolo?
La musica vocale del periodo barocco trova nei testi la base d’ispirazione musicale. Commuovere ed educare attraverso ogni sorta di ‘affetto’. A partire dal madrigale dove le figure sono incarnate da più voci fino alle arie a voce sola e strumenti, sempre più vi è il desiderio di emozionare l’ascoltatore e convincerlo di una certa atmosfera. Monteverdi offre alla critica sua contemporanea l’opzione di vedere la trasformazione di due mondi. Dalla prima pratica dove il canto polifonico ‘a cappella’ guarda alla grande tradizione di Palestrina (di cui si celebrano quest’anno i 500 anni dalla nascita) alla ‘seconda pratica’ dove appunto i solisti e gli strumenti prendono importanza. Amore sacro e profano, sofferenza, rabbia, furia, tempesta, contemplazione della Natura, lamento, sono solo alcuni degli ‘affetti’ che verranno rappresentati nel concerto di domenica prossima.
In programma troviamo brani di Monteverdi, Vivaldi, Bach e Händel: considerando la sua profonda e costante immersione nel mondo dell’opera, ci dobbiamo aspettare un repertorio a prevalenza operistica?
Certamente abbiamo guardato alle grandi opere di Monteverdi, Händel e Vivaldi per i quali vi è un legame di affetto rispetto a tante esperienze vissute assieme ai Barocchisti nelle grandi sale del mondo e con solisti di primo piano, da Cecilia Bartoli a Philippe Jaroussky, per fare solamente due nomi.
Orfeo, Teseo, Tamerlano, Orlando, Griselda, Rinaldo, Ottone, Rodelinda, Bajazet, Incoronazione di Poppea, sono i titoli delle opere da cui abbiamo tratto arie famose legate al titolo del concerto. J.S. Bach non ha composto opere liriche ma è sicuramente un compositore ‘teatrale’ che propone nella maniera più alta e raffinata gli ‘affetti’ legati alla Fede. Avremo anche un’aria di gioia dal Messia di Händel.
Oltre ai Barocchisti, avremo il piacere di ascoltare quattro solisti. Ce li presenta?
Per restare nel tema dell’Affetto sono da anni in contatto amichevole con un acclamato didatta della voce, Antonio Lemmo, che avevo persino convinto qualche anno fa a tornare a cantare eseguendo il Combattimento di Tancredi e Clorinda nell’ultimo concerto eseguito da Barocchisti e Coro Rsi alle Settimane musicali di Ascona. Negli anni ho lavorato spesso con suoi brillanti allievi ed ex allievi. Abbiamo così deciso di riunire quattro voci diverse e molto interessanti. Da Michela Antenucci, grande artista più volte attiva con noi e nel progetto Vivaldi a Venezia, Enrico di Geronimo, poderoso baritono belcantista, che da anni mi fa ascoltare arie di Vivaldi e Händel e sempre più convincenti, e i coniugi Betty Makharinsky, soprano ispirato e angelico e Jonathan Darbourne, controtenore elegante e profondo, che concluderanno il programma con il famosissimo duetto dalla Poppea ‘Pur ti miro, pur ti godo’ che, pur non essendo scritto da Monteverdi, è diventato il simbolo dell’Affettività monteverdiana.
Proprio in questi giorni è uscito l’ultimo cd sotto la sua direzione, che promettiamo di recensire prossimamente su laRegione. Prima di salutarci, vuole condividere qualche dettaglio su questa nuova pubblicazione?
Con grande gioia vede finalmente la luce Casanova e l’Albertolli, un grande sforzo collettivo tra la famiglia del compositore Richard Flury, il musicologo ed ex capo rete culturale della RSI Carlo Piccardi, e Solisti e Coro della Rsi e Osi. Datata 1938, essa è l’unica opera lirica in italiano dedicata ad argomento ticinese con una varietà di interessi testuali (libretto di Guido Calgari) e musicali straordinari. Registrata nel magnifico auditorio Stelio Molo della Rsi, è un oggetto unico che offre uno sguardo sull’importante produzione e sulla forza propulsiva del servizio pubblico radiotelevisivo sul territorio. Festeggiamo in questo 2025 i 90 anni della Radiorchestra e nel 2026 del Coro della Radio: apporto culturale fondamentale per lo sviluppo del nostro Paese, che verrà inesorabilmente mutilato da un vento di smantellamento dei valori e della Storia che sta purtroppo colpendo il mondo intero.
Domenica sera, saranno 18 le pagine eseguite da I Barocchisti, con i quattro solisti Michela Antenucci, soprano, Betty Makharinsky, soprano, Jonathan Darbourne, controtenore, ed Enrico Di Geronimo, baritono: estratti da concerti, opere, mottetti, oratori e cantate dei quattro campioni Monteverdi, Bach, Händel e Vivaldi.