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I ‘Pomeriggi’ in quartetto di Federica Michisanti

Piace l’ottimo suo ‘Afternoons’, dal vivo a Jazz in Bess nella mini rassegna che unisce Besso al Lac

Mercoledì 26 gennaio
(laRegione)
27 febbraio 2025
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Un contrabbasso, un violoncello, un clarinetto e una batteria entrano in un jazz club… No, non è una barzelletta, ma il quartetto di Federica Michisanti a Jazz in Bess, un’alchimia sonora dove note e pause sono cocktail e brindisi di un formidabile lavoro di insieme.

È così che parte la seconda tranche di questa mini-rassegna suddivisa tra Lac e Jazz in Bess: partenza reboante, con Chico Freeman, e prosieguo che si attenua per esplorare racconti forse più intimisti e meditativi ma sa essere tostissimo quando occorre.

Personaggi e interpreti

Federica Michisanti, giovane romana e raggiante Maga (o Fata?) Amelia del contrabbasso, compositrice del materiale sonoro, maestra dello strumento capace di attraversarne i confini, stravolgerne le tecniche e aprire vie tutte sue. Un piacevole outfit e un sorriso permanente che certificano la profondità di queste ben definite strutture.

Louis Sclavis, incantatore del vento, concentrato di sax e clarinetti e completo cenerino di taglio originale. Sublima l’aria in cristallo e tinteggia scenari oscillanti tra jazz à la Française e ambientazioni surrealiste, passeggiate lungo il Rodano e variazioni rielaborate genialmente: un archivio vivente di sapere riassunto da un distinto signore, classe ’43, come Lucio Dalla. Anche lui clarinettista.

Vincent Courtois, parigino, anagraficamente sessantottino e anarchico in quasi-smoking, è un unicorno al galoppo tra musica scritta, improvvisazione e micidiali riff da film noir, in dialogo diuturno col contrabbasso di Michisanti (che, comunque sia, se la racconta fittamente con ogni elemento del gruppo).

Classe ’65, il torinese Michele Rabbia è un trebbiatore di pelli tese con dispense e licenze assortite: re-inventore di una batteria essenziale più annessi e connessi e preciso controllore di un suono nel quale continua a scolpire dettagli piegando il tempo come fosse un origami.

Caos organizzato

‘Afternoons’ (2023) è un ottimo album qui integralmente eseguito dal vivo: composizioni argomentate e fatte su misura per questo organico che rinascono, crescono e si celebrano sul palco. Un caos organizzato contenente teorie della relatività che suonano limpide, solide e ben temprate. E allora via che si espatria tra contemporaneità, avanguardia e jazz! La musica respira organicamente muovendosi in tutte le direzioni senza tralasciare nulla, e diventa nastro trasportatore di dinamiche, obbligati e libertà, paese della cuccagna di un interplay che sguscia e guizza condito da un pocket purissimo. E, nella mia pocket, scivola anche il relativo cd acquistato direttamente da una raggiante Federica Michisanti dopo il concerto. Grazie per la musica incantata!

La rassegna prosegue con il John Scofield Trio al Lac, il primo marzo: da segnare in agenda.