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Quel ‘Colloquio’ che incrina il muro di omertà domestica

La compagnia ExNovo porta al Sociale la pièce di Bathsheba Doran che punta il faro su una coppia in crisi per l’esplodere di contraddizioni e non detti

Attori, regista e produttore
(Teatro Sociale)
12 marzo 2025
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È una prima assoluta quella de ‘Il Colloquio’, lo spettacolo basato su ‘Parent’s Evening’, parte della trilogia “The marriage plays” della drammaturga britannica trapiantata negli Stati Uniti Bathsheba Doran, in scena questa sera al Teatro Sociale di Bellinzona alle 20.45. Una pièce, traduzione dell’originale trasposta da un’ambientazione statunitense a una più europea per quanto riguarda luoghi e riferimenti, «che ha un impianto recitativo prettamente realistico – spiega il produttore Massimiliano Zampetti –: gli animi sono accesi fin da subito, c’è un carico di tensione che viene modulato ma resta presente dall’inizio alla fine».

Al centro c’è la crisi di una coppia che non riguarda solo la vita coniugale ma anche la divergenza sul sistema educativo da utilizzare con la figlia, con l’ombra della violenza, le mani alzate sulla figlia a scopo punitivo, che rimane comunque, nel campo del non detto: la madre sa, il padre lo ritiene normale. Differenze di opinione fortissime su come la ragazza vada educata e su quali regole darle, che diventano motivo di frequenti litigi fra i due.

Rivelazioni che incrinano muri

Sarà un colloquio con gli insegnanti della figlia a fare esplodere le contraddizioni della coppia: a partire da una frase che la ragazza pronuncia sulla madre e di cui i due vengono a conoscenza, saltano fuori una serie di elementi dei quali i genitori erano ignari e che non immaginavano, rivelazioni che causano un ribaltamento, scaldano la situazione.

La coppia sembra sul punto di crollare, mentre marito e moglie fanno di tutto per aggrapparsi l’un l’altro, pur essendo agli opposti: «Per il marito il mondo esterno è un problema che lo infastidisce – spiega ancora il produttore –, per sfuggire al quale si è creato una bolla rappresentata dalla casa e dal nucleo familiare, dipende molto dalla moglie in termini anche un po’ ossessivi nel bisogno di averla il più possibile in casa. La moglie è l’opposto, è una donna in carriera, che ha tanti colleghi e amici e che invece ha bisogno del mondo esterno, di un “fuori” che per lei è liberatorio rispetto all’interno delle mura domestiche».

Mura domestiche che nell’opera sono un luogo per certi versi sicuro, ma per altri anche estremamente omertoso, in cui molte situazioni rimangono sotto il tappeto: «Un contesto in cui il problema non è tanto la comunicazione, quanto la non comunicazione, il non verbalizzare determinate cose che si pensa sia normale tenere fra le mura di casa senza che nulla trapeli al di fuori. Un castello che, al confronto con l’esterno, inizia a incrinarsi pesantemente».

Una prova d’attore introspettiva

Marito e moglie sono interpretati da Igor Horvat, attore ben noto in Ticino, e Viviana Zappa, attrice italiana che si è stabilita in Ticino provenendo dalla Spagna, dove ha già interpretato il ruolo nella versione spagnola dello spettacolo diretta da Sonia Espinosa Muñoz, alla quale è affidata la regia anche al Sociale.

La regista è anche docente di Tecnica Meisner, un approccio alla recitazione basato sull’ascolto degli altri attori sulla scena che crea una connessione che permette poi di reagire in modo più autentico agli stimoli. Tecnica che è stata utilizzata anche per gli attori in scena, «un lavoro molto introspettivo, per certi versi faticoso», afferma il produttore.

Lo spettacolo è messo in scena dalla Compagnia ExNovo, fondata dallo stesso Zampetti quattro anni fa: «Sentivo il bisogno di uscire da determinati meccanismi e cominciare un percorso con maggiori e più proficue collaborazioni sul territorio, di confrontarmi con realtà artistiche che non sono le mie, quindi, oltre al teatro, anche videomaker, poesia e letteratura».