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Lac 2025-26: più che un cartellone, ‘un’epopea’

È intitolata ‘Vite parallele’ la ricca stagione Arti performative, presentata ieri. Tradotta in numeri: 73 titoli, 19 produzioni, 164 aperture di sipario

Programmazione completa e prevendita biglietti su www.luganolac.ch
18 giugno 2025
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“Quando si tocca un decennio, si può dire di avere una storia alle spalle”. Agli inizi è stato “un neonato da svezzare”, poi ha avuto “uno sviluppo eccezionale” e adesso è “un modello non perfetto, ma virtuoso, che ci viene riconosciuto e invidiato”. È il Lac per il vicesindaco Roberto Badaracco, che annunciando una nuova stagione dei record (quella conclusa) auspica pari fortuna a quella nuova, presentata ieri nella Hall del Centro culturale. Tra i protagonisti di questo successo “il team”, dal direttore Michel Gagnon a scendere, “la qualità, senza la quale non potremmo raggiungere questi risultati” e “un pubblico affezionato”. Auspici a parte, viste le contingenze, la missione futura sarà “far quadrare i conti, garantendo la medesima qualità con meno fondi”.

“Benvenuti alla conferenza stampa di Carmelo” è l’assist di Gagnon al direttore artistico. Gli fa eco Rifici: “La mia è una captatio benevolentiae, questa conferenza durerà più di un’epopea”. Anche il cartellone, più che un cartellone, pare un’epopea e un’ora e mezza per ‘sorvolare’ 73 titoli, 19 produzioni, 164 aperture di sipario è un tempo lungo ma non troppo, se alleggerito dai videomessaggi di alcuni dei protagonisti. Ma prima, il tema dell’anno, che sta in uno scritto intitolato ‘Il teatro vive vite che non sono la mia’, allegato al fitto elenco di proposte. È quanto Rifici espone nella Hall, e da qui citiamo. Partendo da ‘L’avversario’, romanzo di Emmanuel Carrère che nell’anno Duemila segnò l’inizio della “grande avventura della letteratura documentaria” che “mise al bando la metafora e i personaggi letterari, per far emergere come protagonista della vicenda lo stesso io dell’autore, insieme alla vita di alcuni uomini esemplari della storia contemporanea, ridotti però a meri specchi in cui l’autore poteva riflettere le proprie ossessioni”. Da quel libro in poi, lo stesso fece il teatro che decise di rinunciare a “tutte quelle strutture retoriche, metaforiche e linguistiche che la drammaturgia aveva creato nel secolo scorso”. Fino alla pandemia, quando la rivoluzione s’inceppò: “Forse l’io dell’autore/attore aveva esaurito la sua funzione di rinnovatore della scena”, o forse si era reso conto di avere esagerato nella guerra di cui sopra, contro simboli e metafore, “dimenticando l’esistenza di una verità più vera della realtà: la verità della letteratura”. Rinnovati comunque dalle esperienze del ventennio precedente, “i palcoscenici sono tornati a essere abitati dai personaggi nati dalla fantasia dell’autore”. Da qui le ‘Vite parallele’, tema dell’anno, un rimando a Plutarco che tentò di romanzare le biografie di grandi uomini greci e romani per trasformare, con la letteratura, le loro vite in esempi; da qui “un nuovo patto di fiducia con la parola letteraria”, in nome del quale al Lac andranno in scena Flaubert (‘Bovary’ per Stefano Cordella, 17-18.12), Virginia Woolf (‘Orlando’, 17-18.3), Alexander Dumas figlio (‘La signora delle camelie’, 15.4) e Antoine Saint-Exupéry (‘Il piccolo principe’, musical per famiglie, 25-26.4). “Un modo antico e insieme nuovo di leggere l’umano e il presente”, dice Rifici, certo che il ritorno al romanzo sia “necessario agli artisti per ricucire ferite e dare conforto e significato al dolore e alle paure di ognuno”. Detto questo…

Tutti all’opera

Anche la stagione 2025-26 è divisibile in focus tematici. “Non è frutto di un cartellone, ma di vera ricerca”, garantisce il direttore artistico. Per fare, del cartellone, una sintesi obbligata, partiamo dalle produzioni o co-produzioni Lac, citando le già annunciate ‘La voix humaine’ di Poulenc e ‘Cavalleria rusticana’ di Mascagni, regia di Emma Dante con Francesco Ciuffo alla guida dell’Osi (15-21.9). E apriamo subito una parentesi per dire del focus su Emma Dante, che à coté della lirica dirige (e scrive) ‘L’angelo del focolare’ (23-24.2), pièce sul tema del femminicidio.

Il ‘Dittico della bufera’ (30.9-1.10, in formato ‘maratona’ il 4 e 5.10 all’interno del Fit Festival) è l’omaggio di Rifici a due classici checoviani, ‘Tre sorelle’ e ‘Il gabbiano’. Il secondo aprì la prima stagione del Lac. E sempre il Lac ci mette del suo nello Schiaccianoci riletto da Mauro Bigonzetti (19-21.12), nel Riccardo III di Antonio Latella (21-22.10) e, Shakespeare per Shakespeare, nel Re Lear di Gabriele Lavia (12-14.11), il cui video-invito allo spettacolo è il seguente: “Non si può perdere una tragedia immensa, meravigliosa come quella della vecchiaia, così vicina a tutti noi. La vecchiaia di nonno, di nonna, del vecchio padre, la perdita dell’essere, inteso come essere giovane”.

Altre produzioni, altri titoli. Tra Lac e Foce, la scena contemporanea è in ‘Venir meno’ di Francesca Sproccati (4-5.12), in ‘Fear no more’ di Simona Gonella (14-15.11), ispirato a Mrs. Dolloway di (ancora) Virginia Wolf. È in ‘Note a margine’ de I Gordi (11-12.12), riflessione ironica sul rito funebre. Gardi Hutter presenta il nuovo spettacolo ‘gardiZERO’ (6.2), anticipato dal perfetto nonsense del videomessaggio bilingue con Michael Vogel; la compagnia residente Trickster-p debutta con ‘Common land’ (25.2-4.3). Co-prodotto dal Lac, ‘Kontakthof-Echoes of ’78’ è il riallestimento del lavoro di Pina Bausch (1940-2009) firmato da Meryl Tankard (9-10.6), inserito nel Lugano Dance Project (10-14.6).

Nazionale e internazionale

L’esperienza multisensoriale del polacco Lukasz Twarkowski, ‘The Employees’ (18-19.2); ‘Medea’s Children’ (21-22.3), rilettura del mito di Medea ispirata a un caso giudiziario realmente accaduto, affidata da Milo Rau a giovanissimi attori; ‘Three Times Left is Right’ di Julian Hetzel (12.10, FIT Festival), una riflessione sulla violenza ormai ‘normalizzata’. Sono le proposte di teatro internazionale in arrivo al Lac. Internazionale è anche la Compagnia Finzi Pasca, che in videomessaggio, tramite il fondatore, annuncia una tournée in America Latina e “forse Broadway”. Torna al Lac ‘Titizé’ (9-11.1), mentre Daniele Finzi Pasca è regista e light designer di ‘Prima Facie’ (6-8.3), lavoro della drammaturga australiana Suzie Miller sul concetto di giustizia.

Tanti i nomi della prosa. Da Massimo Popolizio che dirige e interpreta ‘Ritorno a casa’ di Harold Pinter (21-22.11) a Roberto Latini in ‘Antigone’ di Jean Anouilh (15-16.1). Rifici segnala ‘Come gli uccelli’ di Wajdi Mouawad (3-4.2), moderno Romeo e Giulietta con un ragazzo israeliano e una ragazza di origini arabe. Noi segnaliamo ‘Fantozzi. Una tragedia’ (14-15.2) con Gianni Fantoni, sorta di sosia di Paolo Villaggio. Dice in videomessaggio il regista Davide Livermore: “Fantozzi porta con sé le nostre miserie, le nostre umane fragilità. Per lo spettacolo ci basiamo sui libri di Villaggio, che sono un momento di grande letteratura italiana”. Lella Costa è ‘Lisistrata’ (27-28.4), Giorgio Panariello è sé stesso in ‘E se domani…’ (15.11).

‘Paesaggi possibili’ e altre possibilità

Torna la drammaturgia contemporanea nella rassegna ‘Paesaggi possibili’, (22.11-12.12). Rifici ‘caldeggia’ la visione di ‘Oltre – Come 16+29 persone hanno attraversato il disastro delle Ande’, spettacolo di Fabiana Iacozzilli ispirato alla tragedia del volo 571. Quanto alla danza, molto si dirà in zona Lugano Dance Project. Detto di Pina Bausch, c’è da dire di Roberto Bolle & Friends (18-19.4). Musica e musical rispondono ai nomi di Marco Masini (19.10), alla già annunciata Carmel Consoli (25.10), a ‘Cats’ (25-30.11, direttamente da Londra) e all’altrettanto già annunciato ‘Notre Dame de Paris’ (27-31.5). Tra gli spettacoli per famiglie si segnala la ‘Ballata’ della ticinese Lorena Dozio (26.10).

Di ‘Lac en plein air’ diremo presto. Tutto il resto è su www.luganolac.ch.