La 21ª edizione di La Via Lattea, il pellegrinaggio artistico ideato da Mario Pagliarani, si terrà dal 23 al 31 agosto
Il pellegrinaggio artistico della Via Lattea torna, dal 23 al 31 agosto, con un’edizione particolare: nove giorni di concerti, spettacoli, proiezioni e laboratori ma «con un campo base», come ha spiegato il direttore artistico Mario Pagliarani, al Parco delle gole della Breggia che diventano un ‘Campus stellae’, come recita il titolo della 21ª edizione del festival.
La Via Lattea non è un semplice evento musicale, ma un progetto artistico e culturale che da oltre vent'anni concepisce il territorio come un teatro a cielo aperto dove musica, letteratura, cinema e arti visive si intrecciano. Il nome stesso del festival rimanda a una dimensione spirituale e di pellegrinaggio, richiamando sia il Cammino di Santiago de Compostela – dove i pellegrini medievali seguivano le stelle della Via Lattea per raggiungere la tomba di San Giacomo – sia l’omonimo film di Luis Buñuel del 1969 che esplorò con sguardo surreale proprio il tema del pellegrinaggio.
L'edizione 2025 presenta, come accennato, una formula un po’ diversa dal solito. «Stiamo più fermi» ha sintetizzato Pagliarani. «L’idea è una tappa in cui ci ritroviamo dopo vent’anni per guardare il cammino compiuto e fare un po‘ un bilancio prima di riprendere nuovi cammini». Con la Torre dei forni, imponente edificio di archeologia industriale nel Parco delle Gole della Breggia, che diventa il centro dell'edizione, ospitando un'esposizione permanente che ripercorre la storia del festival attraverso i lavori del grafico Marco Zürcher.
E poi li consueto programma che si configura come una retrospettiva vivente, dove «il criterio, diciamo, filo conduttore è proprio quello di rivivere alcuni dei momenti più emozionanti di questi vent'anni» ha aggiunto Pagliarani. Il tutto seguendo lo spirito che fin dall’inizio ha caratterizzato il progetto, ovvero «il tentativo di mescolare i linguaggi», creando «un collegamento tra l'arte, la natura, il tempo, lo spazio», contribuendo a creare una dimensione spirituale, oltre che artistica, «un momento di contatto con il cosmo».
Il festival si aprirà sabato 23 agosto con ’Water Walk‘ di John Cage, eseguito dal percussionista Julien Annoni, che inaugurò già La Via Lattea 8 al Museo di Mendrisio. Parallelamente, prenderà il via il Water Walk Lab, laboratorio musicale per bambini e ragazzi dai sette anni, che attraverso il disegno e la musica permetterà ai giovani partecipanti di creare nuove composizioni ispirate all'opera di Cage.
Tra i diversi appuntamenti, avremo i concerti del Duo Métamorphoses che riproporrà parti del ’Catalogue d'oiseaux‘ di Olivier Messiaen su due pianoforti all'aperto, sia al tramonto del 28 agosto che all'alba del 30 agosto. Come ricorda Pagliarani, l'esecuzione del 2015 al bosco del Serpiano fu «una delle esperienze più emozionanti della Via Lattea».
Il 26 agosto, nella Chiesa di San Giorgio a Morbio Inferiore, Jermaine Sprosse eseguirà musiche di quattro generazioni della famiglia Bach su strumenti storici costruiti da Ambrosius Pfaff: clavicembalo, clavicordo, fortepiano e pantaleon. Il programma includerà una prima esecuzione ticinese di una composizione di Wilhelm Friedrich Ernst Bach.
Un momento particolarmente significativo sarà l'omaggio a Giuliano Scabia, poeta e drammaturgo che avrebbe compiuto novant'anni nel 2025. Il 29 agosto Andrea Brugnera interpreterà ’Cinghiali al limite del bosco‘, seguito da una passeggiata notturna con ascolti di registrazioni inedite del poeta e dall’‘Opera della notte’ messa in musica da Mario Pagliarani per flauto, violoncello e pianoforte del Trio K.
Il fisarmonicista Claudio Jacomucci, detentore del record di presenze al festival, tornerà il 30 agosto non solo come interprete di Bach, Zorn e del folklore sardo, ma anche come compositore, presentando ‘Le città invisibili’ ispirate a Italo Calvino, eseguite su uno strumento di sua invenzione: la fisarmonica microtonale.
La sezione La Via Lattea Radio, allestita nel Frantoio del cemento, proporrà dal 25 al 29 agosto cinque produzioni radiofoniche realizzate in collaborazione Rete Due sotto forma di "ascolti orizzontali", con il pubblico disteso su materassini. Le serate si chiuderanno con proiezioni cinematografiche alla Torre dei forni, tra cui ‘Stardust Memories’ di Woody Allen il 24 agosto e tre produzioni video del Teatro del Tempo.
Il festival culminerà domenica 31 agosto con ‘Per quella strada lactea’, un happening di due ore all'Oratorio di Balerna che condenserà vent'anni di storia del festival. Dodici musicisti e un attore ripercorreranno sei secoli di musica, da Johannes Ciconia a Steve Reich, intrecciando testi di poeti come Alberto Nessi, Valerio Magrelli e Mariangela Gualtieri con immagini d'archivio di Buñuel, Pasolini, Kubrick e Fellini. Il programma si concluderà con ‘Costellazione BWV 853’, nuova composizione di Mario Pagliarani, seguita da una festa finale con jam session aperta al campo base.
Il programma dettagliato e le informazioni su orari e biglietti sono sul sito www.teatrodeltempo.ch