Dal 4 novembre a Locarno, Bellinzona, Mendrisio e Lugano, torna la rassegna, comprensiva di focus sull'America latina (fino al 23 dicembre)

Ai tre cineclub che hanno proposto con regolarità la rassegna ‘Cinema dal Mondo’ – Locarno, Bellinzona e Mendrisio – si aggiunge quest'anno LuganoCinema93 con uno speciale dedicato ai ‘Piccoli paesi dell'America latina’, a integrare il programma della 32esima edizione, che inizia con anticipo rispetto al solito, il 4 novembre, ospitando i film previsti per ‘Let's Doc!’, iniziativa nazionale per la promozione del documentario, e grazie alla collaborazione con il Film Festival Diritti Umani (Ffdul). Da quella data fino al 23 dicembre, gli schermi delle quattro località ticinesi proietteranno 22 film provenienti da Africa, Asia, America latina ed Europa dell'Est, spesso in prima visione ticinese o usciti per poco tempo in sale di cinema d'essai.
“In un mondo sempre più caratterizzato da guerre spaventose, da discriminazioni delle minoranze, dall'affermarsi delle nuove destre – scrive Michele Dell'Ambrogio, Circolo del cinema Bellinzona, nelle note di presentazione della rassegna – è lecito chiedersi cosa può l'arte, cosa può il cinema, per far fronte al baratro in cui sembra stiamo cadendo”. In questo senso, “l'arte è l'antidoto contro la propaganda, non dà risposte, si limita semmai a porre delle domande, a scuoterci dall'indifferenza, che è il peggior atteggiamento che possiamo avere”. Dalla tragedia del popolo palestinese alla violenza contro donne e minoranze, conflitto tra tradizione e modernità, rapporti interfamiliari, quelle di ‘Cinema dal Mondo’ “non sono analisi geopolitiche o sociologiche”, ma “rappresentazioni di casi umani, ritratti nella loro vita quotidiana”.
Questi i titoli: le sofferenze della Palestina sono in ‘All That's Left of You’ (2025) di Cherien Dabis; in ‘All We Imagine As Light’ di Payal Kapadia (2024, Gran Premio della Giuria a Cannes 2024) tre donne cercano di affermare la loro dignità nella società patriarcale indiana; ‘Black Box Diaries’ (2024, Miglior documentario a Zurigo 2024) è l'esperienza personale di Shiori Ito, paladina delle vittime giapponesi di stupro, rompendo il silenzio su di una violenza vissuta sulla propria pelle; ‘Black Dog’ di Guan Hu (2024, Premio Un certain Regard a Cannes 2024, Grand Prix Fiff Fribourg 2025) è la storia di un rocker e acrobata motociclista che dopo anni di carcere torna nella sua città natale ai margini del deserto del Gobi. ‘From Ground Zero – Part 2’ (2024), di vari autori, è un progetto di 22 corti creati da registi di Gaza. ‘Good Bye Julia’ di Mohamed Kordofani (2023, Prix Liberté Un certain regard a Cannes 2023) racconta dei destini di due donne – una musulmana e l'altra cristiana – legati a un piccolo incidente dalle conseguenze catastrofiche. ‘Il ragazzo della Drina’ (2025) di Zijad Ibrahimovic è la storia di Irvin, che da ragazzino fugge dalla Bosnia per poi tornarci e costruire un piccolo villaggio nei boschi. ‘Kontinental 25’ del regista rumeno Radu Jude (2025, Orso d'argento per la sceneggiatura a Berlino 2025) è – parole sue – “un miscuglio molto contemporaneo di commedia e tragedia”. ‘La cocina (Aragoste a Manhattan)’ (2024), film sulla cucina diverso da tanti altri, metafora dello sfruttamento capitalistico dei lavoratori, specie se immigrati (messicani, in questo caso). Infine ‘L'histoire de Souleymane’ (2024) di Boris Lojkine, storia di un giovane guineano lavoratore illegale per una piattaforma di pasti a domicilio (Premio della Giuria e Premio per la migliore interpretazione maschile – il protagonista, Abou Sangare – ‘Un certain regard’ a Cannes nel 2024).
E ancora: lo zambiano ‘On Becoming a Guinea Fowl’ di Rungano Nyoni (2024, Miglior regia ‘Un certain regard’ a Cannes 2024 e Miglior film di finzione a Zurigo 2024), ‘Renoir’ di Chie Hayakawa, ambientato nella Tokyo dei tardi anni ottanta, ‘The Seed of The Sacred Fig’ dell'iraniano Mohammad Rasoulof (2024, pluripremiato a Cannes e Premio del pubblico a Locarno 2024), ‘The Village Next to Paradise’ di Mo Harawe (2024, Premio film somalo sulla Croisette di Cannes, sezione ‘Un certain regard’). E poi ‘To Kill a Mongolian Horse’ di Xiaoxuan Jiang (2024, Miglior regia e miglior sceneggiatura giovani autori a Venezia 2024), storia di un giovane mandriano alle prese con le condizioni economiche e climatiche che rendono insostenibile il suo lavoro, ‘Totem’ di Lila Avilés (2023, Premio della giuria ecumenica della Berlinale 2023), storia di famiglia narrata dal punto di vista della piccola protagonista, e ‘Trains’ di Maciej Drygas, film polacco senza dialoghi che ripercorre la storia del Novecento attraverso le immagini dei treni che hanno attraversato l'Europa, simboli di progresso ma anche di deportazioni.
Il focus ‘Piccoli paesi dell'America latina’ proporrà ‘Carajita’ (Repubblica Dominicana, 2021), ‘Clara Sola’ (Costa Rica, 2021), ‘Ixcanul’ (Guatemanal, 2015), ‘Les Herederas’ (Paraguay, 2017) e ‘La hija de todas las rabias’ (Nicaragua, 2021). Tutte le informazioni su cclocarno.ch, cicibi.ch, cinemendrisiotto.ch e luganocinema93.ch.