Prezzi al consumo in calo dello 0,1% ad aprile mentre continua la guerra commerciale con gli USA
La Cina resta in deflazione ad aprile per il terzo mese consecutivo, nel contesto economico complicato dalla guerra commerciale con gli Stati Uniti. I prezzi al consumo, secondo i dati diffusi dall'Ufficio nazionale di statistica, segnano una flessione annua dello 0,1% (come a marzo e in linea con le attese), rimarcando la persistente debolezza della domanda interna.
Su base mensile, invece, il trend è positivo dello 0,1%, da -0,4% di marzo. I prezzi alla produzione registrano invece il 31esimo mese di fila di contrazione: il calo è del 2,7%, peggiore delle stime a -2,6% e del -2,5% di marzo, il più ampio dallo scorso ottobre.
La stagnazione dei consumi si è inserita in un'economia appesantita dalla crisi del settore immobiliare e di un'aspra guerra commerciale con gli Stati Uniti: gli ultimi dati giungono nel giorno dei primi colloqui in Svizzera tra il vicepremier cinese He Lifeng e il segretario al Tesoro americano Scott Bessent, negli sforzi preliminari per trovare una via d'uscita alle tensioni innescate dai dazi del presidente Donald Trump.
Dong Lijuan, dell'Ufficio nazionale di statistica, ha rimarcato in una nota a corredo dei dati che "i fattori importati dall'estero hanno un certo impatto al ribasso sui prezzi in alcuni settori".
Allo stato, le tariffe americane sull'import del made in China sono salite al 145%, con punte cumulative del 245%. Pechino ha risposto con dazi di ritorsione sul "Made in USA" del 125%.
Entrambe le parti, tuttavia, hanno deciso di approvare esenzioni, in forma esplicita o informale, su beni di importanza primaria per i settori industriali considerati strategici, confermando la stretta connessione, malgrado gli sforzi per il disaccoppiamento, tra le due economie.