La direttrice del FMI sottolinea l'impatto delle tensioni commerciali sui piani di investimento e la necessità di riforme
"I dazi possono creare uno shock dell'offerta nei paesi che li impongono, come gli Usa, con l'offerta di beni che si riduce ed esercita una pressione sui prezzi al rialzo. Oppure può esserci uno shock della domanda: questa è la situazione per l'Ue" dove "i paesi si trovano in una posizione più difficile". Lo ha detto la direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, alla conferenza sulla crescita nell'Europa centrale, orientale e sud-orientale (Cesee) a Dubrovnik, in Croazia.
"Sebbene la maggior parte dei paesi qui presenti siano meno colpiti direttamente dai dazi Usa, l'impatto indiretto è significativo", ha spiegato. "Le ampie interruzioni del sistema del commercio mondiale sono sotto gli occhi di tutti e il nostro modello operativo è messo alla prova".
"Le tensioni commerciali e l'incertezza complicano i piani di investimento nazionali ed esteri e questo è particolarmente doloroso per una regione che ha bisogno di accedere a processi di produzione moderni, di più posti di lavoro nei settori ad alta produttività e di" contare su "un mondo aperto per espandere le opportunità economiche".
"Restare fermi nella speranza che la tempesta passi non è un piano. Sarebbe molto più saggio partire dal presupposto che molti dei cambiamenti a cui stiamo assistendo sono destinati a durare e che altre tempeste arriveranno", ha indicato, esortando ad agire con l'implementazione delle riforme per "mitigare i rischi" anche sulle sponde dell'Adriatico.