Inflazione USA e negoziati commerciali pesano sui mercati, mentre i titoli difensivi perdono terreno
La borsa svizzera chiude la seconda seduta della settimana in ribasso: l'indice dei valori guida SMI ha terminato a 11'901,32 punti, in flessione dello 0,32% rispetto a ieri.
Dopo il brusco passo indietro di venerdì e la stabilizzazione di ieri il mercato è tornato ad avvicinarsi alla soglia dei 12'000 punti, per poi ripiegare nel finale. Gli investitori hanno preso atto del dato sull'inflazione negli Stati Uniti, salita in giugno al 2,7%, dopo il 2,4% di maggio: l'indice core si è attestato al 2,9%, in linea con le aspettative. Vista la situazione secondo gli specialisti non sembrano però esserci i presupposti per un rapido taglio dei tassi d'interesse da parte della Federal Reserve, malgrado i pressanti appelli del presidente americano Donald Trump.
In questo contesto i mercati tengono d'occhio anche gli sviluppi dei negoziati commerciali tra Washington e i suoi svariati partner, in vista della scadenza del primo agosto, data in cui dovrebbero entrare in vigore i dazi più elevati promessi dal 79enne. Trump ha annunciato che da quel giorno saranno imposte tariffe del 30% sui prodotti provenienti dall'Ue e dal Messico: la reazione delle borse ieri è stata comunque scarsa, segno che gli investitori confidano in intese in grado di scongiurare forti barriere doganali. Oggi è però emerso qualche dubbio in più.
Sul fronte interno in modo non perfettamente unitario si sono mossi i valori particolarmente sensibili ai cicli economici come ABB (+1,35% a 48,18 franchi), Geberit (-0,19% a 614,80 franchi), Holcim (+0,06% a 63,24 franchi), Amrize (+1,62% a 40,75 franchi), Kühne+Nagel (+0,23% a 172,10 franchi) e Sika (+0,29% a 204,40 franchi). Richemont (+0,41% a 148,10 franchi) ha fatto passi avanti, in attesa di conoscere domani il fatturato del primo trimestre dell'esercizio 2025/2026.
Nel comparto finanziario UBS (+0,14% a 28,47 franchi) e Partners Group (+0,14% a 1060,50 franchi) hanno guardato ai bilanci pubblicati oggi da colossi americani quali JPMorgan, Wells Fargo e BlackRock. Poco ispirati si sono dimostrati gli assicurativi Zurich (-0,72% a 550,00 franchi), Swiss Re (-0,29% a 139,85 franchi) e Swiss Life (-0,49% a 816,00 franchi).
Ha trainato inizialmente il listino Novartis (-0,38% a 96,06 franchi), prima di perdersi nel tardo pomeriggio, mentre si sono fin da subito defilati gli altri due pesi massimi difensivi, Roche (-1,05% a 255,00 franchi) e Nestlé (-0,92% a 76,56 franchi). Lo scarso appeal dei valori difensivi è stato ben illustrato anche da Swisscom (-0,80% 559,00 franchi).
Nel mercato allargato va segnalata Accelleron (+8,37% a 62,30 franchi), dopo che l'azienda ha ritoccato al rialzo le previsioni per i ricavi dell'intero esercizio. DocMorris (+2,67% a 7,70 franchi) è stata sostenuta dall'estensione dell'autorizzazione in Germania di una sua soluzione elettronica per i pazienti. Sandoz (+0,80% 45,47 franchi) ha invece dovuto procedere a un richiamo negli Usa per antibiotici etichettati in modo errato.