Economia

Accordo commerciale tra USA e UE sospende la digital tax e riduce i dazi su auto e aerei

Bruxelles e Washington divergono su farmaci e chip, mentre l'agroalimentare attende dettagli. Acciaio e alluminio restano colpiti.

28 luglio 2025
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Il patto di Turnberry nasce avvolto da più di un giallo. L'arena digitale, nella nota ufficiale diffusa dalla Casa Bianca, appare tutt'altro che marginale: per raggiungere l'intesa, Bruxelles ha garantito che "non adotterà né manterrà tasse per l'uso delle reti".

Parole nette, che chiudono la porta alla proposta europea volta a far pagare una quota equa alle Big Tech per l'uso delle infrastrutture continentali, da mesi incardinata accanto alla web tax nel capitolo fiscale dell'agenda comunitaria.

Una versione che conferma quanto trapelato alla vigilia dell'accordo scozzese, quando fonti europee avevano confidato che la stretta sul digitale - compresa la web tax, rilanciata ad aprile dalla stessa Ursula von der Leyen - fosse stata accantonata per ammorbidire Trump, Eppure, Bruxelles continua a negare che sia stata oggetto di scambio. Due narrazioni inconciliabili, che emergono anche su chip, farmaci e metalli industriali.

CHIP E FARMACI IN BILICO: nella versione Ue, i due settori restano fuori dall'offensiva tariffaria Usa in attesa della chiusura delle indagini avviate da Washington. Anche in caso di sovrattasse, il tetto massimo sarà del 15%. Una soglia che potrebbe valere anche per il rame. Ma da Washington la narrazione è diversa: l'aliquota del 15% su medicinali e semiconduttori è data per acquisita, così come il rincaro del 50% sul metallo rosso.

INVESTIMENTI: Washington raccoglierà i frutti della tregua commerciale con 750 miliardi di euro in forniture energetiche acquistate dagli europei nei prossimi tre anni e 600 miliardi in nuovi investimenti industriali privati. Una cifra che, per la Casa Bianca, è accompagnata da 100 miliardi annui già impegnati dall'Ue.

ARMI: visto da Bruxelles, nel perimetro del negoziato sui dazi non rientra ufficialmente l'acquisto di armamenti Usa: nessuna cifra specifica è stata inserita nel pacchetto, hanno scandito i funzionari europei, bollando l'impegno come una generale "aspettativa espressa da Trump sull'aumento delle spese per la difesa in Europa", visibile nel 5% concordato sul fronte Nato. Per Washington, invece, l'equipaggiamento militare è parte integrante dell'accordo.

I SETTORI PIÙ COLPITI: acciaio e alluminio restano gravati del 50%, sebbene sia all'orizzonte l'introduzione di un sistema di quote in funzione anti-dumping cinese. Il vino europeo galleggia nel limbo: le trattative proseguono, ma la salvezza dal 15% - un salto di oltre il 12% rispetto a oggi - sembra lontana. Mentre ci sono progressi più significativi sul fronte dei distillati, dal whisky al cognac.

L'AGROALIMENTARE IN ATTESA: la filiera agricola si allinea al tasso di riferimento per la maggioranza dei prodotti, con eccezioni però ancora tutte da scrivere. Rispetto al vino, formaggi e latticini potrebbero assorbire l'impatto partendo già da una soglia analoga. L'Ue, dal canto suo, ha accettato di aprire le porte a 70 miliardi di euro di import eliminando i suoi dazi su frutta secca, soia. Tariffe zero anche per il pet food Usa. Nessuna liberalizzazione invece per le categorie più sensibili: carne, zucchero, etanolo, riso o pollame made in Usa.

IL PATTO TEDESCO: l'automotive continentale, guidato dalle ammiraglie tedesche, esce dalla trattativa senza graffi: Washington abbasserà l'aliquota sulle vetture europee dal 27,5% al 15%, mentre l'Ue ridurrà al 2,5% quella applicata ai modelli americani. Un'apertura reciproca che si estende anche ai componenti. Bruxelles, seguendo la traiettoria già tracciata da Tokyo, si è spinta anche oltre con l'impegno a un riconoscimento degli standard tecnici Usa, dalle emissioni ai criteri di sicurezza, fino ai veicoli connessi.

GLI ESENTI: a viaggiare in prima classe sono gli aerei civili e la componentistica aerospaziale, con il colosso franco-europeo Airbus e l'americana Boeing che celebrano i dazi zero. Stessi privilegi anche alcuni dei comparti più strategici dell'economia high-tech: apparecchiature per semiconduttori, robotica avanzata, alcuni farmaci generici, sostanze chimiche selezionate e altri prodotti agricoli ancora da definire.