Accordo commerciale ambizioso tra USA e UE, ma sorgono dubbi sulla fattibilità delle esportazioni energetiche
Gli esportatori americani potrebbero avere difficoltà a soddisfare la domanda di 750 miliardi di energia in tre anni da vendere alla UE, come previsto dall'accordo commerciale sui dazi tra USA e UE. Lo riporta il Wall Street Journal.
Per rispettare l'impegno, scrive il quotidiano, l'UE dovrebbe acquistare più del doppio dell'energia americana rispetto all'anno scorso, mentre gli Stati Uniti dovrebbero aumentare significativamente le loro esportazioni di energia. "L'impegno appare più ambizioso che realistico", affermano gli analisti contattati dal WSJ. "Acquisti dell'entità concordata - spiegano - richiederebbero una radicale riorganizzazione dei flussi energetici e non è chiaro se le aziende statunitensi riusciranno a esportare una quantità così elevata. Anche le aziende private, che costituiscono la maggioranza degli importatori di energia in Europa, dovrebbero essere convinte a dare priorità a una direttiva politica rispetto alle tendenze del mercato". "È un numero interessante, ma non è realistico", ha affermato Warren Patterson, responsabile della strategia per le materie prime di ING Bank. "In sostanza, bisognerebbe deviare tutto il commercio di energia. Semplicemente non è possibile", ha aggiunto.
Funzionari europei hanno dichiarato oggi che il piano per aumentare gli acquisti di energia non è giuridicamente vincolante e si basa su importi che l'Unione ritiene di poter sostenere. Gli acquisti dipenderebbero anche in parte dalle capacità infrastrutturali degli Stati Uniti, hanno aggiunto.