Economia

I dazi di Trump potrebbero spingere la Svizzera verso tassi negativi

L'analisi di Raiffeisen evidenzia il rischio di tassi BNS sotto zero a causa delle barriere doganali USA

4 agosto 2025
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Sulla scia dei dazi del 39% imposti dal presidente americano Donald Trump alla Confederazione aumenta la probabilità che la Banca nazionale svizzera (BNS) torni ad introdurre tassi d'interesse negativi: è quanto emerge da un'analisi pubblicata oggi da Raiffeisen.

Lo shock causato dall'annuncio delle barriere statunitensi sui prodotti elvetici è profondo e sembra quasi impossibile raggiungere un "risultato negoziale ragionevolmente accettabile" su un'aliquota doganale più bassa, scrivono gli esperti dell'istituto. Inoltre la Svizzera rischia di trovarsi in acque ancora più agitate con eventuali dazi settoriali sui prodotti farmaceutici.

La situazione avrà ripercussioni sulla crescita economica elvetica, anche perché il paese è confrontato con un "doloroso svantaggio competitivo" rispetto agli stati dell'Ue e al Regno Unito. La banca mantiene comunque le sue previsioni - ridotte in aprile, a seguito del primo annuncio di dazi da parte di Trump - di una progressione del prodotto interno lordo (Pil) dell'1,3% nel 2025 e dello 0,9% nel 2026.

Per il momento non sono necessari ulteriori adeguamenti al ribasso, afferma il capo economista Fredy Hasenmaile, citato nel documento. "Ciò potrebbe però verificarsi se dovesse seguire un'altra cattiva notizia, sotto forma di imposizione di dazi settoriali all'industria farmaceutica, cosa che colpirebbe ulteriormente la Svizzera".

Il martello doganale a stelle e strisce ha conseguenze anche sulla politica monetaria in Svizzera: secondo Raiffeisen aumenta il rischio che la BNS porti il tasso guida (oggi allo 0,0%) sotto lo zero. Nella sua ultima valutazione, in giugno, la banca centrale aveva chiarito che gli ostacoli per arrivare a tanto sono più elevati rispetto a quelli superati nei precedenti tagli: ma se le prospettive economiche dovessero peggiorare, il rischio di deflazione dovesse aumentare o il franco dovesse apprezzarsi in modo significativo, tassi di interesse negativi sarebbero nuovamente possibili.

Stando a Raiffeisen una riduzione dei tassi è diventata più probabile anche perché il margine di manovra della BNS per gli interventi sul mercato valutario si è ridotto in seguito alla vertenza commerciale con gli Stati Uniti: tali operazioni rischierebbero infatti di finire ancora di più nel mirino di Washington.