Economia

L'oro scende dai massimi storici in attesa di decisioni sui dazi USA

Il mercato dell'oro in tensione dopo l'annuncio di nuovi dazi statunitensi sui lingotti standard

11 agosto 2025
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Dopo l'impennata di venerdì ai nuovi massimi storici, l'oro è tornato sotto 3.350 dollari all'oncia, con un calo di oltre due punti percentuali sui mercati telematici.

Il nuovo record dell'ultima settimana a quota 3.534 dollari per il future a dicembre secondo gli analisti potrebbe comunque essere battuto presto, in un mercato che rimane assai turbolento per il bene rifugio.

Il rush della scorsa settimana è infatti stato causato dall'annuncio dell'Ufficio doganale e di protezione delle frontiere degli Stati Uniti, che avrebbe stabilito un dazio d'importazione per i lingotti standard da un chilo e 100 once. Una decisione che ha provocato un'immediata rivoluzione nei flussi di metalli preziosi, spingendo diverse centrali svizzere a sospendere le spedizioni verso gli Usa.

La confusione è stata generata su un mercato che pensava di essere stato esentato dalla stretta dei dazi voluti da Donald Trump, con l'oro che solitamente non viene sottoposto alle tariffe di importazione, visto l'importante ruolo che occupa nel sistema finanziario globale. La Casa Bianca in aprile aveva assicurato che sarebbe stato risparmiato dalla scure dei dazi.

Ora si attende di capire se vi sarà una conseguente disposizione presidenziale e sul mercato sono scattate le prese di beneficio, con l'introduzione dei dazi sull'oro che rischia di avere ampie conseguenze sul flusso di lingotti nel mondo.

Ruolo chiave della Svizzera e ipotesi Londra

Il mercato globale utilizza i future negoziati sul Comex per coprire le proprie posizioni e questo presuppone che i lingotti possano essere facilmente importati nei suoi magazzini negli Stati Uniti per regolare i contratti. I dazi rendono questo processo più costoso e, considerato il ruolo chiave della Svizzera nel settore, la transazione avrebbe un aumento dei costi piuttosto elevati. Da qui l'ipotesi di usare Londra per le operazioni con l'oro, una scelta che minaccerebbe lo status di New York come mercato principale per i future sull'oro.

Ovvio che Trump ci stia pensando, sottolineano diversi operatori, secondo i quali i prezzi comunque ora guarderanno soprattutto all'inflazione. Specie a quella Usa, dove il trend inflattivo sarà alla base della prossima scelta della Federal Reserve sul taglio dei tassi. Nelle prossime ore dagli Usa è atteso il cruciale indice dei prezzi al consumo di luglio, con un aumento stimato al 2,8% su base annua e sullo 0,2% rispetto a giugno.