Bell beneficia della crescita del 3,8% dell'offerta di carne, ma affronta sfide di approvvigionamento
Non si placa l'appetito di bistecche, pollo e affettati in Svizzera. A rallegrarsi è soprattutto Bell, il maggiore gruppo elvetico attivo nella lavorazione della carne, che ha potuto approfittare dell'aumento dei consumi nei primi sei mesi dell'anno.
Stando ai recenti dati pubblicati da Proviande, l'associazione che riunisce gli operatori della filiera del settore, l'offerta di carne nel primo semestre 2025 è cresciuta del 3,8% rispetto allo scorso anno. Nel frattempo, il consumo di carne in Svizzera si attesta a 58,3 chilogrammi pro capite, ovvero oltre un chilo a settimana per persona.
"In passato abbiamo vissuto anche altri momenti, ma ora la carne sembra avere trovato più spazio nella dieta dei consumatori", ha affermato il CEO di Bell, Marco Tschanz, riferendosi ai risultati semestrali del gruppo. "I dati di mercato globali mostrano che il fabbisogno continuerà ad aumentare anche in futuro", ha poi aggiunto durante la conferenza stampa tenutasi oggi a Basilea.
Secondo Proviande, lo scorso anno il consumo pro capite di carne è aumentato del 2,8%. Con una crescita su base annua pari all'8,1%, sono soprattutto i prodotti a base di pollame ad essere molto richiesti. A titolo di confronto, la domanda di carne bovina è lievitata dell'1,9% mentre quella suina è progredita solo dello 0,9%. Complessivamente sono state vendute nella Confederazione oltre 470'400 tonnellate di carne. Il consumo effettivo però risulta essere ancora maggiore poiché i dati non tengono conto del cosiddetto turismo degli acquisti.
Il leader elvetico attivo nella lavorazione della carne ha messo a segno una crescita superiore alla media e conquistato nuove quote di mercato. La controllata di Coop ha registrato una crescita organica del 5,2% all'interno del proprio core business, raggiungendo 1,2 miliardi di franchi. "La crescita proseguirà anche nella seconda metà dell'anno", sostiene Tschanz.
Tuttavia, nonostante l'aumento della domanda, Bell deve fare i conti con una carenza di materie prime e la scarsità di animali da macello. In Europa, la questione delle epizoozie è "tesa", il che riduce il numero di capi di bestiame e fa lievitare i prezzi, ha dichiarato il numero uno del gruppo. Anche a livello globale l'approvvigionamento è "relativamente complicato", ragion per cui Bell si sta adeguando a questa situazione macellando più animali e stringendo ulteriori collaborazioni con le organizzazioni agricole.
La Svizzera dipende in misura sempre maggiore dalle importazioni, poiché la produzione locale di carne rimane "stagnante". In relazione a possibili nuovi negoziati con Washington (o meglio concessioni) sul fronte dei dazi, si sono evocati anche eventuali contingenti di importazione per la carne bovina dagli Stati Uniti.
"Ci hanno già provato in passato", ha dichiarato con una certa cautela il CEO di Bell. "Ma i consumatori svizzeri hanno qualche perplessità quando si parla di carne bovina statunitense", ha sottolineato Tschanz, riferendosi soprattutto all'uso di antibiotici nel Paese a stelle e strisce e al benessere degli animali.