Economia

Allarme Bce, Borse "tirate", si rischia un "incidente"

26 novembre 2025
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I livelli raggiunti dalle Borse sono "tirati" al punto che le Borse rischiano "un incidente", magari non drammatico come lo fu la bolla 'dot com' del 2000. Ma col rischio di ampie ripercussioni, visto che il settore finanziario non bancario - a partire dagli hedge fund - rischia di fare da amplificatore agli impatti degli investitori istituzionali.

Usa parole al limite del galateo da banchiere centrale il vice presidente della Banca centrale europea (Bce) Luis de Guindos, che tira anche una frecciata alla Francia su debito pubblico e instabilità politica. L'occasione è il Rapporto sulla stabilità finanziaria, che per sua natura va a sottolineare i rischi dei mercati. Ma per essere così esplicita, Francoforte deve avvertire il peso dei rischi.

Il punto di partenza è la prospettiva storica: il Nasdaq, trainato dalle Magnificent Seven dell'high tech americano, corre quasi senza sosta dagli inizi del 2023. Mettendo in fila, assieme a diverse piazze europee come Francoforte, record su record. Il traino è ora l'intelligenza artificiale, la cui adozione su larga scala promette guadagni di produttività senza precedenti. Ma come tutte le fasi rialziste, anche quella attuale è destinata a correggersi.

De Guindos la prende alla larga: "le valutazioni (di crescita degli utili aziendali, ndr) sono molto elevate in prospettiva storica" e "i premi di rischio compressi" sui mercati del debito. Sulle prospettive economiche "ci sono assunzioni molto ottimistiche". In più c'è "un'elevata concentrazione" con migliaia di miliardi di dollari di capitalizzazione guadagnati da poche, grandi società tecnologiche.

Ecco che "l'incidente" - lo spagnolo lo chiama proprio così - è dietro l'angolo. Anche in Europa, dove è più contenuta l'esuberanza degli investitori per il boom high tech, ma "i portafogli istituzionali hanno importanti allocazioni sulle Magnificent Seven", avverte de Guindos. Non è lo scoppio di una bolla come fu 25 anni fa: oggi "i fondamentali sono diversi" e in particolare l'IA è "una vera svolta". Ma i mercati visti dalla Bce - con gli analisti di Wall Street che vedono un'ulteriore volata del 20% per l'indice S&P 500 nonostante gli avvertimenti della Fed - sono in un momento rischioso.

Il rapporto semestrale di Francoforte avverte che dei dazi di Trump, che in primavera avevano gelato i mercati e sulla cui entità il tycoon non ha mai messo la parola finale, ancora non si sono capiti appieno gli effetti. Si sa per certo che hanno creato un'altissima incertezza che ha "il potenziale di nuovi picchi", ha avvertito de Guindos.

Un'agenzia di rating come Scope Ratings, per dire, avverte che "elevate tensioni geopolitiche, polarizzazione politica e persistenti sfide di bilancio" inducono a una "prospettiva complessivamente negativa" sui rating sovrani nel 2026. S&P Global Ratings ha migliorato le stime di crescita globale per il 2026 dal 3% al 3,2% grazie all'impatto "modesto" dei dazi, ma con un caveat: i rischi sono tutti al ribasso.

Un altro aspetto della nuova imprevedibilità divenuta norma nella seconda amministrazione Trump, poi, è la collaborazione meno scontata di una volta fra banche centrali: la Bce invita nuovamente le banche europee a "trattenere asset liquidi in dollari", quasi che i regolari accordi 'swap' con la Fed, con cui può fornire immediatamente liquidità in dollari alle banche europee, potessero venir meno.

Fra i rischi, poi, c'è il debito pubblico. Quello Usa, con una Federal Reserve che ha dovuto smettere di scaricare titoli di Stato dal suo bilancio per le tensioni sul mercato monetario. Ma l'area euro non è immune. "Uno scostamento di bilancio potrebbe mettere alla prova la fiducia degli investitori, specialmente nei Paesi con maggioranze politiche fragili", avverte de Guindos: inevitabile pensare alla Francia. E questa volta una caduta dei titoli di Stato "sarebbe più difficile da assorbire": i Paesi europei hanno venduto più debito a investitori privati, spesso fondi esteri, molto più sensibili sensibili alle variazioni di prezzo dei bond.