Quando a inizio agosto gli Stati Uniti hanno imposto dazi del 39% sulle esportazioni svizzere, molti temevano il peggio. Si parlava di un forte impatto sul Pil e di conseguenze pesanti per diversi settori. Ci si aspettava anche che la borsa svizzera ne risentisse immediatamente.
Invece, da inizio agosto ad oggi, lo Swiss Performance Index (SPI) ha continuato a muoversi in territorio positivo. Questo mostra chiaramente una realtà importante: i mercati reagiscono agli shock, ma non sempre seguono le paure del momento. Le oscillazioni di breve periodo ci ricordano che l’incertezza è inevitabile, ma non determina da sola i risultati di lungo termine.
Ed è proprio qui che entra in gioco la gestione patrimoniale. Nei momenti di turbolenza, quando le notizie sembrano travolgere tutto, la tentazione di reagire d’istinto è forte. Ma chi guarda al lungo periodo sa che la vera forza sta nella disciplina, nella diversificazione e nella pazienza. Un portafoglio costruito con cura non elimina le onde dei mercati, ma permette di mantenerne la rotta, trasformando ogni momento d’incertezza in un’opportunità di rafforzamento.
La lezione è chiara: le turbolenze di breve periodo, come i dazi al 39%, possono creare incertezza, ma non cambiano i fondamentali dei mercati. Chi investe con disciplina e visione a lungo termine sa che ogni oscillazione è temporanea. La gestione patrimoniale, personalizzata per ogni cliente, aiuta a mettere da parte le emozioni e a individuare la strategia più adatta ai propri obiettivi, motivo per cui la consulenza di un professionista resta fondamentale.