Drone a Ispra, si indaga per spionaggio politico o militare

C’è un primo punto fermo sul drone di sospetta origine russa che nell'ultimo mese ha sorvolato per cinque volte la sede del Joint Research Centre dell'Ue di Ispra sul lago Maggiore: i sorvoli sono stati telecomandati da una distanza non eccessiva rispetto all’obiettivo. Questo perché la tipologia del drone non è di quelle che hanno la capacità di viaggiare per molti chilometri, per cui dovrebbe essere partito da una base non lontana da Ispra.

Nel frattempo la Procura di Milano ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di spionaggio politico o militare, aggravato dalla finalità di terrorismo per condotte che “possono arrecare grave danno a un Paese o a un'organizzazione internazionale e sono compiute allo scopo di intimidire la popolazione”. Il fascicolo, coordinato dal pm Alessandro Gobbis e dall'aggiunto del pool antiterrorismo Eugenio Fusco della Procura guidata da Marcello Viola, è a carico di ignoti, per “spionaggio politico o militare”, reato che punisce “chiunque si procura, a scopo di spionaggio politico o militare, notizie che, nell'interesse della sicurezza dello Stato o, comunque, nell'interesse politico, interno o internazionale dello Stato, debbono rimanere segrete”. Pena prevista non inferiore ai 15 anni e che arriva fino all'ergastolo “se il fatto è commesso nell'interesse di uno Stato in guerra con lo Stato italiano” o “se il fatto ha compromesso la preparazione o l'efficienza bellica dello Stato, ovvero le operazioni militari”. I sorvoli del centro di Ispra hanno suscitato allarme a livello europeo, anche perché a pochi chilometri dal Centro comune Ue ci sono gli stabilimenti di Leonardo, l'azienda industriale della Difesa nazionale, a Solbiate Olona, c'è la sede operativa di un comando Nato e a Pavia un altro luogo di ricerca con un laboratorio di energia nucleare applicata.