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Risarcimenti ai viaggiatori: sanzione per Trenord

L’Autorità di regolazione dei trasporti lombarda ha avviato un procedimento nei confronti della società ferroviaria imponendo di cambiare sugli indennizzi

La Stabio-Arcisate, tra le più utilizzate dai pendolari
(Ti-Press)
15 aprile 2025
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Se il treno diretto a Milano si ferma all’improvviso alcune stazioni prima, per non ripartire più, secondo Trenord il viaggiatore non ha diritto ad alcun risarcimento. Perché tanto siamo “tutelati perché possiamo usufruire della corsa successiva”. Una giustificazione talmente irricevibile che l’Autorità di regolazione dei trasporti ha avviato un nuovo procedimento sanzionatorio a carico della società monopolista del traffico ferroviario dei pendolari lombardi e anche ticinesi. Imponendo di cambiare i criteri di calcolo sugli indennizzi per ritardi, includendo nel conto anche i treni parzialmente soppressi.

La delibera dell’Autorità è dei giorni scorsi. E si inserisce in un altro provvedimento sanzionatorio aperto a carico di Trenord. Tutto nasce dal ricorso presentato da un pendolare, un abbonato con tessera ‘Io Viaggio in Lombardia’, che si è visto negare l’indennizzo anche se il treno da lui utilizzato quotidianamente aveva registrato ritardi superiori ai 15 minuti in oltre il 10% delle corse. Trenord aveva risposto che no, per lui niente indennizzo perché per i titolari di abbonamenti che consentono di viaggiare su tutta la tratta lombarda lo sconto per disservizio spetta solo in proporzione. In realtà l’Autorità ha bocciato questa interpretazione di Trenord, sottolineando come se un abbonato usa regolarmente una linea particolare va risarcito in caso di disservizio di quella linea. Il Garante di Regolazione dei Trasporti parla di “violazione” e di “inottemperanza” da parte di Trenord “in molteplici occasioni l’utilizzo del treno successivo sulla stessa linea non è stato idoneo a neutralizzare il danno derivante al passeggero dalla soppressione parziale del servizio”. Visto che il diritto al risarcimento dura un anno, dovranno essere corrette tutte le tabelle sul riconoscimento degli indennizzi dei mesi passati. Per Trenord l’esborso potrebbe risultare salato.