A Croveo, in Val Formazza, il villaggio gestito dai frati cappuccini sembra destinato alla chiusura. Ma i figli degli emigranti non ci stanno
Agosto 2024: a Croveo, in Val Formazza, cresce l'inquietudine per la possibile chiusura definitiva del Treno dei Bimbi, storico villaggio nato come opera di solidarietà negli anni Sessanta per ospitare i figli di genitori emigrati in Svizzera. Il motivo: quest'estate (2025) i frati cappuccini, che dal 66 lo gestiscono, dovranno lasciare Domodossola con tutte le sue opere. Un anno dopo potremmo essere alla resa dei conti. Lo sottolinea Germano Bacchetta, di Campione d'Italia, ex ragazzo della Cappuccina e del Treno dei Bimbi: «Il villaggio è unico al mondo. L'idea dei vagoni come alloggi venne a Padre Michelangelo con l'allora ministro dei trasporti Oscar Luigi Scalfaro. Per noi ragazzi, lontani dai nostri genitori emigranti, è sempre stato un rifugio prezioso».
Venerdì prossimo, 13 giugno, inizierà in ogni caso la 59ª stagione estiva, che sarà caratterizzata, il 21 e 22 giugno, da un raduno degli ex fanciulli di Padre Michelangelo. «Il pensiero che un posto così speciale possa chiudere è doloroso e assurdo, questo villaggio immerso nella natura incontaminata, con la sua storia e il suo significato, rappresenta per me e per i miei compagni d’infanzia un ricordo prezioso di libertà e di crescita personale, un vero patrimonio irrinunciabile che ha lasciato a tutti noi un’impronta indelebile nelle nostre vite e che merita di essere preservato per le future generazioni – commenta Bacchetta –. Nel 2026 il Treno dei bimbi dovrebbe festeggiare i suoi 60 anni, un anniversario che rappresenterà una tappa significativa di un lungo percorso iniziato nel lontano 1966, una data importante e allo stesso la testimonianza di un passato molto difficile per molte famiglie, ma che poi si è trasformata in possibilità di speranza, un motivo valido per considerare che il trenino dei sogni possa di nuovo proseguire il suo lungo viaggio».