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Il ‘car pooling della spesa’ sta mettendo in crisi le dogane italiane confinanti con il Ticino

Le operazioni doganali sono cresciute fino al 50 per cento da gennaio. Per evitare la franchigia a 150 franchi la spesa viene fatta in compagnia

(Ti-Press)
22 giugno 2025
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Il “car pooling della spesa”, iniziato lo scorso gennaio, sta mettendo in crisi le dogane italiane confinanti con il Ticino. A dirlo sono le cifre: le operazioni doganali sono mediamente cresciute del 30 per cento, con punte che arrivano, in alcuni valichi, addirittura al 50%. Questo non significa però che gli acquisti dei cosiddetti “pendolari della spesa”, quindi i soldi che i ticinesi spendono all'estero, siano cresciuti in eguale misura. L'incremento delle operazioni doganali, che secondo i sindacati stanno mettendo a dura prova i doganieri, fa seguito alla decisione del Consiglio federale di inasprire le regole che ordinano la possibilità di fare acquisti Oltreconfine. Prima tra queste, l'abbassamento dalla franchigia da 300 a 150 franchi entrata in vigore lo scorso primo gennaio. Una misura che impone il pagamento dell'Iva (imposta sul valore aggiunto) svizzera per beni il cui valore complessivo supera 150 franchi. Ma come si usa dire “fatta la legge, trovato l'inganno”, anche se in questo caso la scappatoia è ristretta nei binari della regolarità (ed era anche stata prevista): basta recarsi Oltreconfine in compagnia di parenti o amici. In questo modo la franchigia “si moltiplica”, in quanto il limite doganale viene applicato a persona, e contano pure i bambini.

Ecco, dunque, che il “car pooling della spesa” si traduce in una vistosa moltiplicazione di operazioni doganali, in quanto fatture e scontrini, per beneficiare dell'esenzione dell'Iva italiana (mediamente del 22%), debbono essere vidimate in dogana. E ciò si impone soprattutto per la spesa alimentare, quella che complice anche la forza del franco e i prezzi più bassi, rispetto a quelli praticati in Ticino, continua a richiamare un numero crescente di clientela ticinese nei supermercati della fascia di confine. Una crescita che sembra sia esplosa dopo che da inizio anno l'Italia ha abbassato la soglia per richiedere il rimborso dell'Iva: 70 euro per quella italiana (meno della metà rispetto allo scorso anno). Stando ai sindacati, a Ponte Chiasso la dogana sembra essere entrata in crisi per i troppi controlli uniti alla carenza di personale, ai valichi minori non vengono inoltre effettuate operazioni doganali. In una nota sindacale si sostiene che a Ponte Chiasso “i lavoratori doganali non riescono a sostenere i ritmi giornalieri, a causa dell’abbassamento del limite per il tax free a 70 euro, che ha determinato un drastico aumento delle operazioni doganali, alimentando il fenomeno del ‘turismo degli acquisti’ da parte dei residenti in Svizzera”. Nel frattempo a Como, la scorsa settimana, giovedì 19 giugno, in via Pasquale Paoli, una delle strade più trafficate del capoluogo lariano, è stato inaugurato un nuovo supermercato con una superficie di vendita di 1'450 metri quadrati. È il dodicesimo della serie: supermercati e centri commerciali cresciuti come funghi, alcuni dei quali a non oltre tre chilometri da Chiasso e Vacallo. Una scelta, ovviamente, non casuale. La conferma dalle targhe delle autovetture parcheggiate negli stalli dei supermercati: quelle del Ticino spesso rappresentano la maggioranza.