Il Codacons denuncia le condizioni di vita all’interno della casa circondariale di Como, la più sovraffollata
Il Codacons (associazione in difesa dei diritti dell'uomo e dei consumatori) ha presentato un esposto alla Procura di Como per “accertare eventuali responsabilità amministrative e istituzionali nella gestione del carcere del Bassone e verificare possibili violazioni dei diritti fondamentali dei detenuti, con riferimento alle condizioni di vita all'interno della casa circondariale lariana”. Quali siano le condizioni di vita all'interno del Bassone (non solo per i detenuti, ma anche per gli agenti di polizia penitenziaria) sono note da anni. Lo conferma il fatto che il carcere di Como è il più sovraffollato d'Italia: 446 detenuti stipati in una struttura concepita per ospitarne al massimo 226, con un tasso di affollamento superiore al 200%. Una condizione resa ancora più drammatica dalla carenza di personale: solo 4 educatori in servizio, ovvero un educatore ogni 100 reclusi; senza contare la grave carenza di personale medico e agenti di polizia penitenziaria, già sotto organico.
Numerosi i detenuti stranieri e definitivi in una casa circondariale che di fatto funziona come una casa di reclusione, senza però garantirne le strutture e i programmi rieducativi previsti. Lo scorso anno ci sono stati 3 suicidi e 30 tentativi sventati. Commenta l'avvocato Marco Maria Donzelli per conto di Codacons: “Le condizioni del carcere di Como violano i più elementari diritti umani e costituiscono una grave emergenza sociale. La detenzione non può tradursi in una tortura moderna: sovraffollamento, carenza di personale e assistenza sanitaria minima sono inaccettabili in uno Stato di diritto. Ciò che emerge dal Bassone impone risposte immediate dalle autorità competenti”.