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Contro la ‘tassa sulla salute’ i sindacati alzano le barricate

Ribadita l’intenzione di impugnare il balzello davanti alla Corte costituzionale, ma si attendono gli orientamenti di Piemonte, Valle d’Aosta e Alto Adige

Il tema continua a far discutere
(Ti-Press)
30 luglio 2025
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I sindacati Cgil, Cisl, Uil, Unia, Ocst e Syna sono tornati ad alzare le barricate contro la ‘tassa sulla salute’ (“contributo di solidarietà” per la Regione Lombardia), dopo che la scorsa settimana il Pirellone ha informato le organizzazioni sindacali dei frontalieri che entro la fine dell’anno verrà introdotto il balzello, previsto dalla legge di Bilancio 2024 e mai applicato da Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Alto Adige. La Regione Lombardia dimostra sicurezza tanto da affermare che “non ci servono i dati del Canton Ticino per tassare i frontalieri”. Da cosa derivi quella che appare una granitica certezza non è dato sapere. C’è da aggiungere che per applicare la ‘tassa sulla salute’ il Pirellone avrebbe dovuto disporre anche dei dati dei Grigioni (e del Vallese per i frontalieri piemontesi e valdostani).

‘La parola ai lavoratori’

A questo punto è opportuno ricordare che i Cantoni hanno sempre risposto picche alle sollecitazioni della Regione Lombardia (mentre Piemonte, Valle d’Aosta e Alto Adige stanno a guardare, anche perché contrarie al balzello). Una ferma opposizione in quanto manca la base giuridica per poter fornire dati sensibili, in particolare quali siano gli stipendi percepiti dai ‘vecchi frontalieri’ (quelli assunti dopo luglio 2023 hanno una differente tassazione). I sindacati italiani e svizzeri dei frontalieri, dopo aver confermato la contrarietà all’introduzione del balzello che determina, tra l’altro, la doppia imposizione sui redditi da lavoro indipendente (tassativamente esclusa dall’accordo fiscale italo-svizzero sottoscritto nel 2023 ed entrato in vigore il 1° gennaio 2024), sono tornati ribadire che impugneranno la ‘tassa sulla salute’ davanti alla Corte costituzionale. I sindacati, in attesa di conoscere gli orientamenti di Piemonte, Valle d’Aosta e Alto Adige (“sollecitiamo una loro decisione”), hanno deciso di dare “la parola ai lavoratori frontalieri”.

Convocato per settembre un incontro

Considerato il periodo estivo, le organizzazioni sindacali nazionali italiane – Cgil, Cisl e Uil – e le organizzazioni regionali svizzere – Unia, Ocst e Syna – hanno convocato per il 5 settembre a Como l’incontro dei quattro Consigli sindacali interregionali (Csir) “al fine di definire congiuntamente orientamenti e percorsi comuni, nonché il calendario delle assemblee territoriali”. La Regione Lombardia per applicare la ‘tassa sulla salute’, che avrà un’aliquota del 3% (da 30 a 200 euro al mese a nucleo familiare), attende il decreto attuativo in fase di definizione da parte del Ministero della salute di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze. Il Pirellone stima di incassare una somma compresa fra i 90 e i 100 milioni di euro da destinare, in maniera prioritaria, a implementare degli stipendi di medici e infermieri che lavorano nelle strutture sanitarie della fascia di confine (600 euro al mese per i camici bianchi, 300 euro per i paramedici: bonus che difficilmente frenerà la fuga in Ticino).

Il nodo di come raggiungere i frontalieri

Confermato che il balzello sarà calcolato sugli stipendi netti indicati nell’autocertificazione. Nel caso in cui si venisse pizzicati a evadere la tassa sono previste sanzioni che raddoppieranno la cifra di base dovuta. La sicurezza della Regione Lombardia di applicare la ‘tassa sulla salute’ è tale che il Pirellone sta pensando a come raggiungere i frontalieri. Al momento ci sono diverse ipotesi. Un primo livello di comunicazione potrebbe avvenire attraverso il sito della Regione. Si pensa anche di organizzare campagne informative sui territori della fascia di confine dove risiedono i frontalieri (sino a venti chilometri dalla frontiera). Un’altra ipotesi sembra essere la dogana, considerato che tutti i frontalieri la attraversano per andare a lavorare: si ipotizza la consegna di lettere informative. Insomma, il nodo da sciogliere per la Regione Lombardia sembra dunque essere quello di come far arrivare la comunicazione nella maniera più efficace, considerato che i frontalieri lombardi sono 75mila.