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Qualità della vita, balzo di Como e Varese. Bergamo in vetta

La classifica annuale del Sole 24 Ore vede progredire i due capoluoghi al confine: la città lariana è terza per quanto riguarda Giustizia e Sicurezza

Panorama di Como e Giardini Estensi di Varese
(Wikipedia/Depositphotos)
16 dicembre 2024
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Bergamo prima città in Italia per qualità della vita. A incoronare la provincia lombarda – che nel 2020, anno nero per il Covid, era al 52° posto – è l'edizione 2024 dell'Indagine del Sole 24 Ore che misura il benessere nei territori italiani. Dietro Bergamo – come scrive oggi il quotidiano – anche due habitué del podio: Trento che sale di un gradino rispetto all'anno scorso e Bolzano, che invece fa un salto di dieci posizioni (l'anno scorso era tredicesima). Come negli anni passati le province del Mezzogiorno si concentrano nella parte bassa della classifica: maglia nera è Reggio Calabria.

Guadagnano posizioni le città più vicine ai confini del Ticino: Como, in particolare, scala sei gradini piazzandosi 11esima, a un passo dalla Top Ten e a un pelo da Ascoli Piceno. Bene anche Varese che sale di ben undici posizioni raggiungendo il 22° posto.

L'indagine fotografa il benessere nelle province italiane con 90 indicatori divisi in sei categorie: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, società e salute; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero. Riguardo tali categorie, Como sale sul podio per quanto riguarda Giustizia e Sicurezza, piazzandosi terza: la performance migliore in assoluto per la città lariana riguarda l'indicatore "Efficienza delle reti di distribuzione dell'acqua potabile", per il quale si piazza al secondo posto assoluto a livello nazionale, la peggiore riguarda "Disuguaglianza del reddito netto" per il quale Como è 104esima, quart'ultima.

Per Varese, invece, il miglior risultato riguarda la categoria Ambiente e Servizi, con un 13° posto. Sui singoli indicatori la posizione migliore è il quinto posto per "Riqualificazioni energetiche", mentre va decisamente male per l'indicatore "Reati legati agli stupefacenti (spaccio, produzione ecc.)", per il quale la "città-giardino" è al 106° posto, in penultima posizione davanti solo a Nuoro: una maglia quasi nera su cui, probabilmente, pesa il fenomeno dello spaccio di droga nelle zone boschive.

La top 10 della classifica è lo specchio di un Paese in cui le grandi città cominciano a manifestare diverse fragilità: l'unica presente è Bologna, al nono posto, in calo di sei posizioni rispetto all'edizione 2023. Per il resto, trionfano le medie province: Monza e Brianza (4º posto), seguita da Cremona e Udine, vincitrice lo scorso anno, Verona e Vicenza. A chiudere, dopo Bologna, è Ascoli Piceno. Vince il versante Nord-orientale, con tre province lombarde, le due province autonome del Trentino Alto Adige, due venete, una emiliana e una marchigiana. Le città metropolitane registrano un crollo diffuso: Bologna scende di 7 posizioni, Milano di 4 passando al 12º posto, Firenze (36º posto) segna un -30 dopo essere stata in zona top 10 per tre anni consecutivi e Roma scende di -24 posizioni piombando al 59º posto. Torino perde 22 posizioni, arrivando al 58º posto subito davanti alla Capitale.

Fanalini di coda della trentacinquesima edizione della Qualità della Vita del Sole 24 Ore sono invece Crotone, davanti a Napoli e Reggio Calabria.