Estero

La Russia chiede troppo per la pace in Ucraina ma gli USA sperano in un accordo

Vance: Necessari negoziati diretti tra Mosca e Kiev. Xi Jinping ribadisce l'alleanza sino-russa.

7 maggio 2025
|

La Russia "sta chiedendo troppo" per arrivare alla pace in Ucraina, ma gli Usa ritengono che Vladimir Putin possa alla fine accettare un accordo, a patto però che Mosca e Ucraina si siedano finalmente allo stesso tavolo per trattare direttamente. Quasi quattro mesi dopo l'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, che aveva promesso di mettere fine al conflitto in tempi molto più rapidi, il quadro della situazione è stato tracciato in questi termini dal suo vice J.D Vance.

A Mosca, intanto sono arrivati i leader stranieri che venerdì presenzieranno sulla Piazza Rossa alla parata per l'80/o anniversario della vittoria sul nazifascismo. Tra loro il presidente cinese Xi Jinping, che prima di lasciare Pechino ha lanciato un messaggio a Washington affermando che l'alleanza sino-russa non è di carattere transitorio, e quindi non potrà essere messa in pericolo dal dialogo avviato da Trump con il Cremlino. Russia e Cina "devono resistere congiuntamente a qualsiasi tentativo per interferire e minare l'amicizia e la fiducia reciproca", ha affermato Xi in un'intervista pubblicata su diversi media di Mosca.

I contatti avviati ormai da mesi tra Russia e Stati Uniti, del resto, non hanno ancora portato a risultati concreti, e affiora anche qualche segnale di incomprensione. L'inviato speciale Usa per l'Ucraina Keith Kellogg, per esempio, ha detto in un'intervista a Fox News che Kiev ha proposto un cessate il fuoco con la creazione di una fascia di sicurezza larga 30 chilometri lungo il fronte, che dovrebbe essere monitorata da osservatori di Paesi terzi. Ma il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha risposto che tale proposta non è mai stata consegnata dai mediatori americani a Mosca. Non solo. A Trump, secondo il quale "non è il momento buono ora" per parlare di una riammissione della Russia nel G7, trasformandolo nuovamente in G8, Peskov ha dato una risposta piccata: da tempo ormai Mosca non ha "nessun interesse" a tornare a far parte del gruppo, perché "il centro dello sviluppo economico si è spostato e altri Paesi guidano i processi economici".

"Non direi che i russi non siano interessati a portare a soluzione questa faccenda", ha detto da parte sua Vance, riferendosi al conflitto ucraino. Ma "pensiamo che stiano chiedendo troppo", ha chiarito. E comunque per gli Usa "è probabilmente impossibile mediare tutto questo senza almeno qualche negoziato diretto tra i due, e quindi ci concentriamo su questo", ha aggiunto. Il vice presidente Usa ha lanciato anche un timido segnale di apertura a Pechino, dicendosi convinto che Trump sarebbe pronto a "sedersi con russi e cinesi" per "ridurre il numero delle armi nucleari". Cosa che comunque non è in programma "per domani".

A Mosca, intanto, è arrivato oggi anche il presidente serbo Aleksandar Vucic, nonostante gli avvertimenti della Ue sugli ostacoli che la sua presenza alla parata del 9 maggio - e un incontro previsto con Putin - potrebbe creare sul percorso di adesione del suo Paese all'Unione. Anche il primo ministro slovacco Robert Fico è atteso nella capitale russa, unico capo di governo di un Paese Ue.

Sulla regione di Mosca continuano nel frattempo ad arrivare i droni lanciati dagli ucraini nel tentativo di rovinare la festa. Almeno altri nove velivoli senza pilota sono stati intercettati nelle ultime ore, dopo i 27 intercettati tra lunedì e martedì. Secondo i tour operator russi, gli allarmi hanno provocato cancellazioni e ritardi per oltre 350 voli. L'Ucraina "continua a dimostrare la sua inclinazione ad azioni terroristiche", ha detto Peskov, secondo il quale "tutte le misure" vengono adottate per garantire la sicurezza durante i festeggiamenti. Comprese limitazioni o interruzioni dei servizi online che per diverse ore hanno provocato problemi nelle attività delle compagnie di taxi, delle banche, nelle consegne di cibo, nel noleggio dei monopattini e persino per i pagamenti nei negozi con carte di credito.