Estero

La Cina chiede agli Stati Uniti di sospendere le tariffe della Sezione 232

Critiche di Pechino alle misure tariffarie su auto, acciaio e alluminio e all'indagine sui farmaci importati

15 maggio 2025
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La Cina ha invitato gli Stati Uniti a sospendere con effetto immediato le misure tariffarie previste dalla Sezione 232 ai sensi del Trade Expansion Act del 1962, relative alle importazioni di articoli specifici ritenuti una minaccia per la sicurezza nazionale, e ad avviare un dialogo paritario per affrontare le preoccupazioni reciproche.

Parlando nel briefing settimanale, la portavoce del ministero del Commercio He Yongqian ha criticato i dazi Usa sull'import di "automobili, acciaio e alluminio", nonché un'indagine della ex Sezione 232 sui prodotti farmaceutici importati, definendoli "tipici atti di unilateralismo e protezionismo".

La portavoce, nel resoconto dei media statali, ha sottolineato che tali misure "non solo violano i diritti legittimi di altri Paesi e minano il sistema commerciale multilaterale basato su regole, ma danneggiano anche lo sviluppo delle industrie americane". He ha inoltre commentato una recente comunicazione dell'Ufficio per l'Industria e la Sicurezza degli Stati Uniti per la quale l'utilizzo dei chip Ascend di Huawei in qualsiasi parte del mondo violerebbe le normative statunitensi sul controllo delle esportazioni.

È una mossa con cui gli Stati Uniti "stanno abusando dei loro meccanismi di controllo delle esportazioni di chip di produzione cinese, il che danneggia gravemente i legittimi interessi delle imprese cinesi, minaccia la stabilità della catena di approvvigionamento globale dei semiconduttori e sconvolge le regole del mercato e l'ordine commerciale internazionale".

Si tratta di "azioni dannose per una cooperazione a lungo termine che sia, reciprocamente vantaggiosa e sostenibile tra le imprese di entrambe le parti", ha rincarato la portavoce. La Cina esorta gli Stati Uniti a correggere "le proprie pratiche illecite e adotterà misure risolute per salvaguardare i diritti e gli interessi legittimi delle aziende cinesi".