Estero

Proteste a Madrid contro il premier Pedro Sanchez

Manifestanti chiedono le dimissioni di Sanchez tra accuse di corruzione e tensioni politiche

29 maggio 2025
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Centinaia di persone si sono radunate in serata davanti alla Facoltà di Statistica dell'Università Complutense di Madrid, a pochi metri dal palazzo della Moncloa, sede del governo spagnolo, per chiedere le dimissioni del premier Pedro Sanchez. Al grido di 'Pedro Sanchez in carcere!' e di 'Sanchez corrotto, dimissioni!', almeno 350 persone - secondo la prefettura - davanti a un forte schieramento di polizia, hanno partecipato alla protesta che era stata convocata sui social da gruppi affini al partito di ultradestra Vox, come il sindacato 'Solidariedad', l'associazione giovanile Revuelta e il gruppo ultracattolico 'Hazte Oir'. Lo stesso leader di Vox, Santiago Abascal, aveva postato sul suo profilo X il messaggio: 'Ci vediamo questo pomeriggio, Sempre nella battaglia', condividendo un tweet della Revuelta, che faceva "appello alla mobilitazione totale, assoluta e devota del popolo spagnolo e di tutti i politici dell'opposizione, incluso Abascal, a fermare il golpe".

A infiammare il dibattito politico una nuova bufera riguardante il Partito Socialista (Psoe) del premier Sánchez: su presunte manovre per screditare i vertici dell'Unità Centrale Operativa (Uco) della Guardia Civil, responsabile di inchieste che hanno coinvolto esponenti socialisti. Nonostante le smentite del Psoe e del governo, il leader dell'opposizione, il popolare Alberto Núñez Feijóo, ha accusato Sanchez di essere un "mafioso" e ha convocato una mobilitazione di protesta per l'8 giugno a Madrid, facendo appello ai partiti alleati dell'esecutivo progressista a unirsi a una mozione di censura al premier, per la quale le destre non hanno la maggioranza in parlamento.

Al suo arrivo alla manifestazione, Abascal ha accusato il governo "corrotto e criminale", annunciando denunce in tribunale e nei fori internazionali. Rispetto alla mozione di sfiducia ipotizzata da Feijoo, ha detto che "non si deve chiedere permesso ai separatisti", riferendosi ai partiti baschi e catalani che sostengono l'esecutivo. E ha esortato il leader del Pp a presentarla, ma prima a "rompere i patti con il Psoe, cominciando da Bruxelles", scrive Efe.