Tensioni con Cina e vicini, mentre USA e UE avanzano nei negoziati commerciali
Il presidente americano Donald Trump raddoppia al 50% i dazi su acciaio e alluminio graziando solo Londra, con cui ha stretto per ora l'unico accordo commerciale, e si prepara alla telefonata con Xi Jinping dopo lo stallo dei negoziati con Pechino.
"Mi piace il presidente cinese Xi, mi è sempre piaciuto e mi piacerà sempre, ma è molto tosto, ed è estremamente duro farci un accordo", ha ammesso su Truth all'indomani dell'irrigidimento di Pechino anche per l'allarme lanciato dal capo del Pentagono in Asia su una possibile imminente invasione cinese di Taiwan.
Intanto sembrano prendere una piega positiva le trattative USA-UE, alla vigilia della prima visita del cancelliere tedesco Friedrich Merz alla Casa Bianca. "La scorsa settimana l'Unione europea ha fornito agli Stati Uniti un punto di partenza credibile per le discussioni sul commercio reciproco e sono lieto che i negoziati stiano procedendo rapidamente", ha detto il rappresentante commerciale degli Stati Uniti Jamieson Greer, a margine di una riunione dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) a Parigi. "L'incontro di oggi è stato molto costruttivo e indica la volontà dell'Ue di collaborare con noi", ha aggiunto.
"Stiamo procedendo nella giusta direzione a ritmo sostenuto", gli ha fatto eco il principale negoziatore commerciale dell'Unione europea, Maros Sefcovic.
Meno conciliante invece la reazione dei due paesi confinanti con gli USA, dopo i nuovi dazi su acciaio e alluminio. Una mossa "ingiusta", ha accusato la presidente del Messico Claudia Sheinbaum annunciando contromisure per la prossima settimana se non si raggiungerà un accordo con gli Stati Uniti. La risposta del Messico, ha precisato, non sarà "occhio per occhio": "non si tratta di vendetta. Si tratta di proteggere i nostri posti di lavoro e le nostre imprese".
Dazi "ingiustificati, illegali e dannosi per i lavoratori e le industrie su entrambi i lati del confine", ha rincarato il premier canadese Mark Carney, senza annunciare per ora eventuali ritorsioni ma sottolineando che "abbiamo tariffe su oltre 90 miliardi di dollari di importazioni dagli USA. Abbiamo agito con fermezza".
Il raddoppio dei dazi non ha frenato la crescita di Wall Street ma, secondo media e analisti americani, rischia di colpire duramente le aziende, dalle case automobilistiche ai costruttori di case, e probabilmente di spingere al rialzo i prezzi su tutti i prodotti di consumo, dagli elettrodomestici al cibo: acciaio e alluminio infatti sono onnipresenti, anche negli imballaggi.
Trump ha giustificato l'aumento col fatto che i dazi precedenti non erano bastati alle industrie del settore per "sviluppare e mantenere un tasso di utilizzo delle capacità produttive sufficiente alla loro sostenibilità e in vista delle esigenze della difesa nazionale".
Resteranno al 25% solo per la Gran Bretagna, grazie a un accordo commerciale ancora da perfezionare, anche se Londra punta ad azzerare i dazi su questi due metalli.
Intanto sul fronte interno il tycoon è impegnato nel pressing sui repubblicani al Senato per far arrivare sul suo tavolo entro il 4 luglio - l'Independence Day - il "Big, beautiful bill", la legge per estendere i 4'500 miliardi di dollari (3'680 miliardi di franchi al cambio attuale) di tagli fiscali in scadenza, aumentare la spesa per l'immigrazione e il controllo delle frontiere e tagliare il welfare.
Un percorso reso più difficile dalla bordata sparata da Elon Musk - ormai in aperta rotta di collisione con Trump - secondo cui il provvedimento è "un abominio disgustoso pieno di carne di maiale", perché infarcita di spese di ogni tipo col risultato che aumenterà il debito pubblico. L'attacco dà nuova legna da ardere ai falchi repubblicani anti-deficit.
Non aiuta la nuova stima, pur se al ribasso, del Congressional Budget Office (CBO): per l'agenzia apartitica che fornisce dati di bilancio al Congresso la nuova legge aggiungerà circa 2'400 miliardi di dollari (1'960 miliardi di franchi) ai 36'200 miliardi di dollari (29'600 miliardi di franchi) di passività del paese.
E lascerà quasi 11 milioni di persone senza assicurazione sanitaria, con oltre 7,8 milioni di queste persone che verrebbero espulse da Medicaid e milioni di altre che perderebbero la copertura attraverso il mercato dell'Obamacare. Effetti che potrebbero costare caro ai repubblicani nelle elezioni di Midterm.