La dissidente russa chiede all'Europa di sostenere l'opposizione e i diritti umani contro il regime di Putin
"Milioni di russi sono contro la guerra e Putin e loro saranno il motore del cambiamento. Un cambiamento che qualcuno in questa sala conosce bene, ben 12 stati membri dell'Ue su 27 erano dall'altro lato della cortina di ferro. I popoli di questi Paesi scesero in piazza e rovesciarono il regime. Una cosa così accadrà anche in Russia, sappiamo per certo che ci sono persone pronte a farlo e ci parliamo ogni giorno".
Lo ha detto la dissidente russa, Yulia Navalnaya, parlando alla commissione esteri dell'Eurocamera a Bruxelles.
"La vita di queste persone tuttavia è drammatica, rischiano la vita o la prigione anche per una sola parola, ma in Europa qualcuno, per qualche strana ragione, ritiene anche loro colpevoli per le azioni del regime criminale di Putin, questo non ha senso, queste persone sono la nostra speranza", ha spiegato Navalnaya.
"Io e gli altri oppositori qui con me parliamo a nome di chi pensa che la Russia possa un giorno essere un paese stabile e democratico ed europeo proprio come i vostri, perché l'Europa non sarà realmente ricca e stabile finché non includerà anche la Russia, basta guardare la mappa per capirlo", ha aggiunto la moglie del dissidente russo morto nelle carceri di Putin, Alexey Navalny, prima di concludere: "Da 25 anni Vladimir Putin reprime il suo popolo, uccide e tortura giornalisti invade altri Paese, minaccia il mondo con attacchi nucleari, e lo fa impunemente, da 25 anni non riusciamo a fermarlo. Perché? Dove abbiamo fallito? Bene dobbiamo essere più uniti nelle nostre azioni, oggi sentiremo tante belle parole su quanto sia importante sostenere la società civile russa, l'opposizione a Putin, ecco su questo è necessario fare di più".
"Per le opposizioni russe è stato molto importante lo scambio di prigionieri organizzato alcuni mesi fa, abbiamo liberato voci importanti contro la guerra e contro il regime che sono qui oggi con me. Abbiamo pagato un prezzo altissimo e io ne so qualcosa, ma è stata una tappa importante. E stata un'iniziativa voluta dalla precedente amministrazione americana, quella nuova ha altre priorità, è triste che sia così ma siamo realisti, è loro diritto farlo", ha proseguito Navalnaya.
"Questa è l'occasione per l'Europa di dimostrare che può essere un leader nei diritti umani, nel salvare vite umane dalle prigioni di Putin e Lukashenko. L'Europa deve lanciare una campagna politica per far sì che i nomi dei prigionieri politici siano sempre menzionati ad ogni livello per far sì che qualcosa si muova. Nessun accordo col regime di Putin sia preso senza menzionare i prigionieri politici", ha aggiunto la vedova di Navalny.