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Pugno duro di Trump: ‘Novemila migranti a Guantanamo’

La protesta dilaga, 'pronto a usare poteri anti-insurrezionali e a mandare l’esercito ovunque’

La prigione di Guantanamo
(Keystone)
10 giugno 2025
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Alla vigilia di una mega parata che celebrerà a Washington i 250 anni dell'esercito americano e il giorno del suo 79esimo compleanno, Donald Trump ha raddoppiato la presenza di soldati a Los Angeles per tenere sotto controllo le manifestazioni e annunciato l'invio di 9.000 migranti nel carcere di massima sicurezza di Guantanamo. Mentre nelle strade della città della California al quinto giorno di proteste la situazione sembra essere più tranquilla, il presidente americano si dice pronto a invocare l'Insurrection Act, la legge del 1807 usata per l'ultima volta da George Bush nel 1992.

Quattromila militari della Guardia Nazionale e 700 marines saranno dispiegati per almeno due mesi nella città della California, secondo le nuove disposizioni del commander-in-chief che, in un post su Truth, ha rivendicato di aver preso la decisione migliore per la città della California. "Se non avessi mandato le truppe a Los Angeles le ultime tre notti, quella città, un tempo splendida e grandiosa, sarebbe ora in fiamme", ha attaccato Trump. Non solo: parlando nello Studio Ovale The Donald ha avvertito di essere pronto ad inviare militari ovunque si verifichino manifestazioni di protesta contro le autorità per l'immigrazione. "Se ci saranno rivolte in altre città useremo una forza uguale o maggiore", ha minacciato, dichiarando che sarà usata la forza anche contro eventuali proteste alla parata militare di sabato nella capitale. "Non ho sentito di nessuna protesta, ma queste sono persone che odiano il nostro Paese", ha detto il commander-in-chief.


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Scontri a Los Angeles

Sostegno di Musk

Una linea durissima, dunque, che ha trovato l'inaspettato sostegno di Elon Musk. Il patron di Tesla ha pubblicato su X lo screenshot di un post del presidente su Truth in cui si afferma che il governatore della California, Gavin Newsom, e la sindaca di Los Angeles, Karen Bass, "dovrebbero chiedere scusa alla popolazione", aggiungendo anche bandiere americane a un post di JD Vance in cui il vice del tycoon sostiene che "il presidente non tollererà rivolte e violenza". Ma il pugno di ferro del repubblicano non si ferma ai confini nazionali. Secondo Politico, nelle prossime ore potrebbero cominciare le deportazioni di 9’000 migranti a Guantanamo, la prigione una volta destinata ai terroristi dell'11 settembre che Trump ha adibito come centro di detenzione di immigrati illegali. Si tratterebbe di un aumento esponenziale rispetto ai circa 500 migranti trattenuti per brevi periodi sull'isola da febbraio, e di un passo avanti verso il piano annunciato dal presidente a gennaio, che prevede l'utilizzo della struttura per ospitare fino a 30’000 migranti.

California ribelle

La ragione ufficiale dei trasferimenti è liberare posti letto nei centri di detenzione americani, ma l'utilizzo della famigerata struttura vuole anche inviare un segnale volto a scoraggiare l'immigrazione illegale. Intanto, mentre The Donald ribadisce che invocherà l'Insurrection Act se ci sarà bisogno, continua la battaglia legale con il governatore della California che ha annunciato una seconda causa. "Non si tratta di sicurezza pubblica. Si tratta di accarezzare l'ego di un presidente pericoloso. Questo è spericolato. Inutile. E irrispettoso nei confronti dei nostri soldati", ha affermato Newsom sostenendo che i primi 2’000 soldati della Guardia Nazionale "sono senza cibo né acqua".


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Contestatori in fuga

Il governatore ha, comunque, promesso un aumento di 800 agenti locali e statali e la sindaca Bass ha assicurato che "vandali e saccheggiatori saranno puniti". Intanto sono arrivati nella metropoli anche i settecento marines, ha annunciato il Comando settentrionale degli Stati Uniti senza fornire dettagli sulla loro posizione per motivi di sicurezza. Un dislocamento di forze ingenti per almeno due mesi o "finché non ci sarà più pericolo" secondo Trump che, stando alle stime di un alto funzionario del Pentagono potrebbe costare fino a 134 milioni di dollari. Sulle spese dell'operazione è stato torchiato in un'audizione al Congresso Pete Hesgeth che, tuttavia, non ha risposto alle domande incalzanti dei democratici.

L'amministrazione "deve essere in grado di far rispettare la legge sull'immigrazione in questo Paese", si è limitato dire il segretario alla Difesa sostenendo che l'intervento dei militari sia stato chiesto dalle autorità locali. "La numero uno della polizia di Los Angeles ci ha detto che era sopraffatta e così siamo intervenuti", ha dichiarato il capo del Pentagono ribadendo che le autorità per l'immigrazione "hanno il diritto di condurre operazioni in sicurezza in qualsiasi stato e giurisdizione del Paese".

La protesta si allarga

Nel frattempo le proteste si sono allargate ad altre città non solo in California - da San Francisco alla capitale Sacramento - ma anche in altri Stati. Il governatore del Texas, il repubblicano Greg Abbott, ha dichiarato che oltre una decina di manifestanti sono stati arrestati durante le manifestazioni di lunedì ad Austin. Protestare pacificamente è legale", ha scritto Abbott sui social media. "Ma se superi il limite, sarai arrestato", ha avvertito.