Estero

Tensione tra Israele e Iran con minacce reciproche e attacchi mirati

Ali Khamenei nel mirino di Israele, mentre l'Iran rivendica attacchi contro basi israeliane

17 giugno 2025
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Si stringe il cerchio attorno ad Ali Khamenei. Israele non nasconde l'intenzione di ucciderlo e Donald Trump lo avverte: "Sappiamo dove si nasconde. Ma per ora non lo uccideremo". Nascosto in un bunker con la famiglia, la Guida suprema avrebbe già trasferito alcuni dei suoi poteri esecutivi ai Pasdaran proprio per le difficoltà a gestire la linea di comando dal suo nascondiglio, riferisce Iran International, media vicino all'opposizione in esilio.

Ultimo di una lunga lista di bersagli eccellenti, stavolta a finire nel mirino dell'aeronautica israeliana è stato invece il comandante Ali Shadmani, appena nominato capo di Stato maggiore dopo l'uccisione del tenente generale Alaa Ali Rashid all'inizio dell'operazione ‘Leone Nascente’, presentato dall'Idf come "la figura più vicina a Khamenei". Shadmani era a capo "del centro di comando di emergenza Khatam al-Anbiya, responsabile della gestione delle operazioni di combattimento e dell'approvazione dei piani di fuoco dell'Iran contro Israele", ha aggiunto l'esercito israeliano.

"Abbiamo neutralizzato il principale quartier generale di emergenza militare del regime iraniano", ha dichiarato il capo della Direzione delle operazioni dell'Idf Oded Basiuk, aggiungendo che l'attacco ha costretto i restanti membri della leadership militare iraniana a fuggire. Israele - ha aggiunto - è "pronto a continuare a eliminare uno per uno i capi del terrorismo in Iran".

E i vertici della Repubblica islamica sentono il fiato dello Stato ebraico sul collo, tanto che la cybersicurezza ha vietato ai funzionari di governo e a chi collabora con gli organismi di sicurezza l'uso di dispositivi connessi alla rete, come telefonini, smartwatch e tablet, nel timore - riporta ancora Iran International - di finire come i miliziani di Hezbollah uccisi lo scorso settembre dalle esplosioni in simultanea dei loro cercapersone.

L'Iran dal canto suo ha rivendicato di aver colpito in un attacco missilistico notturno il quartier generale del Mossad vicino a Tel Aviv. Nessuna conferma da parte israeliana, secondo cui un missile balistico è caduto nei pressi un deposito nei pressi di Herzliya, incendiandolo, mentre un altro vettore ha colpito un parcheggio, dove un autobus vuoto è andato a fuoco: la zona non è lontana dalla sede dell'unità speciale di intelligence 8200 e da una delle sedi del Mossad, che si trovano a Glilot. Le immagini mostrano un profondo cratere e la zona è stata chiusa al traffico.

Le Guardie Rivoluzionarie iraniane hanno poi dichiarato di aver lanciato un attacco contro le basi aeree israeliane da cui, a loro dire, sono decollati i jet per colpire la Repubblica Islamica e hanno annunciato "imminenti attacchi punitivi", lanciando inusuali appelli alla popolazione israeliana ad evacuare le principali città del Paese, Tel Aviv e Haifa. Poco prima un'allerta era risuonata in Israele nella zona di Dimona, nel deserto del Negev, dove si trova un reattore nucleare, poi rientrata senza conseguenze.

Lo Stato ebraico continua intanto a prendere di mira il programma nucleare degli ayatollah, sebbene l'intelligence Usa - secondo fonti della Cnn - ritenga che l'Iran non fosse poi così vicino alla fabbricazione di una bomba atomica come ritiene Israele, ma gli mancassero ancora almeno tre anni. Dalle immagini satellitari, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha rivelato che i raid israeliani hanno raggiunto "le sale sotterranee di arricchimento di uranio di Natanz", ritenute finora inaccessibili. Non c'è invece "nessun cambiamento da segnalare" negli altri siti nucleari di Isfahan e Fordow, ha aggiunto l'Aiea.

Al quinto giorno di guerra, in Iran si contano oltre 450 persone uccise, di cui almeno la metà civili, e quasi 650 feriti, secondo i calcoli di Human Rights Activists in Iran (Hrana), citata dalla Bbc. L'Idf ha invece reso noto che da venerdì l'Iran ha lanciato circa 400 missili balistici e centinaia di droni, causando la morte di 24 civili e oltre 647 feriti. Migliaia di persone sono inoltre state costrette a lasciare le proprie case in entrambi i Paesi.